Red Bull illegale? Ecco perché la smentita della FIA sa di conferma
La Federazione Internazionale ha smentito le voci secondo cui la Red Bull avrebbe utilizzato un sistema illegale nella prima parte di stagione, ma qualcosa in questa storia non torna: approfondiamo insieme.

21/08/2024 14:10:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Nella giornata di ieri, la FIA ha smentito tutte le indiscrezioni secondo le quali la Red Bull avrebbe utilizzato un sistema illegale fino al Gran Premio di Miami, per poi essere costretta a rimuoverlo dalla RB20.

Il sistema in questione riguarda la frenata asimmetrica, volta a facilitare l'ingresso in curva. Ma come si è arrivati a tale sospetto? Ripercorriamo insieme la vicenda, prima di analizzarla.

Red Bull illegale: la ricostruzione

Nel corso delle prove libere del Gran Premio d'Ungheria, è stato il telecronista Antonio Lobato a svelare un retroscena del paddock.

Stando a quanto da lui dichiarato, infatti, due scuderie avrebbero scoperto un trucco usato dalla Red Bull e, di conseguenza, chiesto chiarimenti alla Federazione.

Altre voci, sostenute da Peter Windsor, sostengono che il team austriaco abbia effettivamente usufruito di un vantaggio fino al GP di Miami, e che il problema ai freni riscontrato da Max Verstappen a Melbourne abbia contribuito a "sgamare" questa soluzione, facente parte di una zona grigia del regolamento.

Zona grigia che è stata, però, chiarita dalla FIA dopo il Gran Premio del Belgio, alimentando quindi i dubbi sul motivo dietro tale modifica tecnica.

Red Bull illegale: ecco perché la smentita della FIA sa di conferma

"Excusatio non petita, accusatio manifesta"

Nella giornata di ieri, la Federazione Internazionale ha smentito tutte le voci: "Non è vero che una squadra stesse usando un sistema simile", ha confermato a Motorsport.com.

È stato invece sostenuto che la specifica dell'articolo 11.1.2 sia stata effettuata in ottica 2026, proprio per prevenire l'utilizzo di una soluzione del genere.

Eppure il tempismo di queste dichiarazioni è più che sospetto: come dicevano i latini, excusatio non petita, accusatio manifesta (letteralmente "scusa non richiesta, accusa manifesta").

Ecco, il punto è proprio questo: l'intervento della FIA non è stato petito, bensì è stato fatto per calmare le acque, pur avendo l'effetto opposto.

Perché tutta quest'urgenza nel voler smentire i rumors, se solo di essi si tratta? D'altronde, quante volte girano delle notizie false in F1, che non vengono trattate dai diretti interessati?

Forse la Federazione aveva il semplice intento di dare una spiegazione agli appassionati ma, se fosse questo il caso, perché non farlo al momento stesso della modifica al regolamento? Perché non condividere subito i motivi dietro tale scelta?

Insomma, tante sono le domande a cui - probabilmente - non riusciremo mai a dare la vera risposta, ma una cosa è certa: in tutta la situazione che si è venuta a creare, c'è (più di) qualcosa che non quadra.

 

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