Clamoroso, Verstappen pensa il ritiro: è guerra con la FIA: «La F1 continuerà senza di me»
23/09/2024 07:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Non è stato un fine settimana spettacolare, divertente e neppure vincente, quello vissuto a Singapore da Max Versappen e dalla Red Bull. Al contrario, però, è stato un weekend terribilmente concreto, in cui l'olandese ha presto compreso quanto Lando Norris e la McLaren fossero dominanti e praticamente ingiocabili, e pertanto è riuscito (dopo aver lavorato sodo nella notte di venerdì con i suoi ingegneri) a ribaltare il set-up della sua RB20, renderla una vettura "passabile", e a piazzarla in seconda posizione in griglia: una posizione che, con una gara concreta, nella terra di nessuno, Max ha difeso sino alla bandiera a scacchi, limitando i danni in classifica piloti dove, comunque, prosegue la sua emorragia di punti e la sua gestione da vero matematico.

Ma, a motori spenti, fuori dalla pista e all'interno del paddock, il tre volte campione del mondo ha avuto il suo da fare, anzi ha dato il meglio di sé, molto più di quanto accaduto nei 62 giri di gara. Nella conferenza stampa ufficiale, dopo la qualifica, ha deciso di rispondere a monosillabi ai giornalisti, per poi parlare a ruota libera e per diversi minuti con i media presenti per mostrare chiaramente la sua protesta contro la FIA, rea di averlo condannato ad una serie di lavori socialmente utili per aver utilizzato, nella conferenza stampa del giovedì, un linguaggio inappropriato (anche se le parole utilizzata possono, al massimo, essere bollate come colorite).

Il Campionissimo olandese, infatti, non ha accettato, e anzi si è scagliato contro, la punizione che giunta dalla Federazione e, per farlo in maniera ancor più forte e plateale, a fine gara ha persino minacciato di essere pronto a ritirarsi dalla Formula 1: uno sport che non riconosce più (ora per la libertà di esprimersi come meglio crede ma anche per altre ragioni), come già sostenuto da mesi, anche in tempi di successi, che a suo dire potrebbe benissimo sopravvivere anche senza di lui.

Se non è più possibile essere se stessi, è meglio non dire nulla. Si diventa un robot, non è così che dovrebbe essere in questo sport. Non so quanto la FIA prenda sul serio la mia opinione, ma per me quando è troppo è troppo. Le corse continueranno e la F1 continuerà anche senza di me“.

Una possibilità di ritiro figlia di quanto da lui ottenuto in carriera, tra titoli mondiali su tutto, che di fatto gli hanno permesso di coronare i suoi sogni e raggiungere gli obiettivi che si era prefissato agli inizi. Obiettivi raggiunti che, ad oggi, dovrebbero permettergli di scendere in pista e divertirsi e non di avere a grane per argomenti, oggettivamente, futili e legati ad un "politicamente corretto" che, va detto, in F1 (e non solo) è fin troppo presente e fin troppo stucchevole, fastidioso.

Questo discorso d’altra parte vale anche per me: smettere non è un problema. Io rimarrò sempre me stesso, non cambierò. Queste cose decidono sicuramente il mio futuro. Non puoi essere te stesso, altrimenti devi affrontare questo tipo di sciocchezze. Penso che ora, nella fase della mia carriera, non voglio avere a che fare con queste cose, è stancante: certo, è bello avere successo e vincere, ma una volta che hai ottenuto tutto, vincendo mondiali e gare, vorresti divertirti“.

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Foto copertina x.com


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