Da mesi era nell'aria la notizia del possibile ritorno in F1, in veste di consulente del team Alpine, di Flavio Briatore. Una notizia che, dopo essere passata in sordina in un primo momento, ha trovato conferma la scorso Maggio e, da subito, ha suscitato un grande clamore nel paddock, sia per il come back del manager piemontese nel team con cui ha vinto due campionati del mondo, sia a causa del passato controverso di Briatore nella massima serie automobilistica e, di fatto, nello stesso team.
Un ritono che, pur non trovando diretta correlazione nei fatti, ha scatenato quello che potrebbe essere un "effetto Briatore" nella compagine transalpina che, sin dalla nomina del piemontese a consigliere esecutivo del team, ha iniziato a risalire lievemente la china, segnare qualche punto, mostrandosi pimpante dopo un pessimo avvio di stagione e pronta ad accettare nuove decisioni e una nuova organizzazione tecnica e non solo. Un caso, senza ombra di dubbio, che però ha messo in mostra quale fosse la necessità di fare pulizia e ordine internamente al team. Proprio per questo, di fatto, è stato chiamato Flavio Briatore, che potrà mettere a disposizione la sua esperienza per crescere nel 2025 e tornare al vertice nel 2026 in cui, come dichiarato nelle scorse settimane, il boss del Twiga ha amesso senza mezzi termini di voler sfruttare i nuovi regolamenti per riportare la Alpine a lottare come minimo per il podio nell'anno della grande rivoluzione regolamentare a cui la F1 si sta preparando.
Per farlo, e non è un mistero, Alpine aveva provato a ingaggiare Carlos Sainz per il 2025, anche se poi la trattativa non si è mai davvero concretizzata, con lo spagnolo che nel corso dell’estate ha infatti scelto di accettare l'offerta della Williams, assicurandosi il sedile di un team in crescita e che nell’anno della rivoluzione 2026 potrà contare sulla power unit Mercedes. Una trattativa che, in una recente intervista a "Motorsport-Magazine", è stata confermata anche dallo stesso Flavio Briatore. L'ex Benetton però ha ammesso come la vera proprietà di Enstone sia quella di mettere a posto la competitività della macchina, e solo in seconda battuta pensare al pilota: fattore che, senza la corretta vettura, poca differenza può fare nella F1 moderna.
“Non c’è alcun disappunto per non essere riusciti a prendere Sainz. Carlos era un’opportunità, ma era troppo presto. Noi, prima ancora che parlare di piloti, dobbiamo assicurarci di avere una vettura competitiva. Se la monoposto non funziona, allora non fa differenza il pilota che hai al volante. Prima di tutto dobbiamo rimettere in ordine le cose con Oliver Oakes e ridare motivazione all’ambiente”.
Briatore, che per il 2025 ha scelto di promuovere Jack Doohan, il figlio della leggenda della MotoGp Mick Doohan, dal programma junior Renault-Alpine, non ha escluso del tutto un possibile nuovo assalto a Sainz, magari già nel 2026, dovesse la nuova Alpine-Mercedes dimostrarsi una rivelazione.
“Un anno fa, Verstappen ha vinto tutte le gare, mentre ora ci sono altre vetture competitive e altri giovani che vincono. Non voglio spendere X milioni su un pilota perché per adesso non farebbe alcuna differenza. E poi siamo contenti con Gasly e con il nostro giovane pilota. Ma se Carlos dovesse voler venire da noi nel 2026, noi ci saremo”.
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