In Messico, la Ferrari è stata protagonista assoluta con Carlos Sainz, ma non è riuscita - a differenza di Austin - ad ottenere una doppietta.
Charles Leclerc ha infatti concluso il Gran Premio in terza posizione, cedendo il passo a Lando Norris nel finale. La gara del monegasco, però, è stata condizionata da un problema e da un errore: quale dei due, in particolare, gli ha impedito di arrivare secondo? Discutiamone insieme.
Dire che la grossa imperfezione commessa da Leclerc nel 62° giro non ha cambiato l'esito della corsa sembra un'eresia, ma invece è esattamente così.
La McLaren di Norris aveva un ritmo gara nettamente superiore e, francamente, il sorpasso era solo una questione di tempo.
D'altro canto, il problema di temperature elevate della monoposto - riscontrato per i 2200 metri di altitudine del circuito messicano - è stato impattante: per ben 13 passaggi (dal 18° al 30°), Charles ha girato mediamente 5 decimi di secondo più lento rispetto a Sainz; un'eternità in Formula 1.
L'andamento del passo gara di Leclerc (linea bianca) e Sainz (linea rossa)
A dimostrazione del grande lavoro di lift and coast (una tecnica secondo cui si rilascia l'acceleratore un attimo prima della frenata, piuttosto che contemporaneamente all'inizio della stessa) effettuato da Leclerc, vi presentiamo un altro grafico.
Nei due andamenti sono raffigurati in alto l'input dell'acceleratore, mentre in basso quello del freno. Nel rettangolo giallo in sovraimpressione, inoltre, si nota in maniera evidente come Charles (linea bianca) rilasci il pedale del gas in maniera anticipata rispetto a Sainz (linea bianca), pur arrivando a frenare nello stesso identico punto.
Il team principal della Ferrari, Frédéric Vasseur, ha svelato nel post-gara che la squadra ha adottato una strategia conservativa con la monoposto numero 16, con il solo scopo di evitare un ritiro per mancata affidabilità.
Con il senno di poi, che è una componente pur sempre da considerare, il team di Maranello è stato troppo "spaventato" da qualche segnale di temperature fuori posto; concedendo così a Norris di restare in corsa fino alla fine per la seconda posizione. Probabilmente, attuando un piano leggermente più aggressivo, da veri "animali da gara", il risultato sarebbe cambiato.
Insomma, la paura della Rossa di concludere il Gran Premio con una sola vettura al traguardo ha prevalso sulla possibilità di ottenere la seconda doppietta di fila.
Con i "se" ed i "ma" non si va da nessuna parte, ma una domanda sorge spontanea: questa scelta conservativa sarà decisiva per il Mondiale Costruttori? Ai posteri l'ardua sentenza.
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