Cadillac, Andretti come Marko? «Farò quel che mi riesce». E svela chi saranno i piloti
28/12/2024 07:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Dopo anni di voci, parole e una lunga serie di smentite, a partire dal 2026 la F1 avrà un undicesimo team in griglia. General Motors, come ha recentemente annunciato, entrerà a far parte del circus con un team a marchio Cadillac, sfruttando come assist il cambio regolamentare che la massima serie vivrà. La scuderia a stelle e strisce, di fatto, utilizzerà una power unit propria a partire dal 2028 (mentre nel 2026 e 2027 acquisterà quella Ferrari) e avrà come base operativa il quartier generale realizzato da Andretti a Silverstone. 

Un notizia arrivata dopo un lungo braccio di ferro tra le parti, in cui il fattore decisivo è stato il passo indietro di Andretti Global e del suo leader Micheal nella gestione e nel nome del team, a cui ha fatto seguito una maggior esposizione da parte di General Motors che ha convinto Liberty Media ad accettare la candidatura, forte della visibilità oltreoceano che questa mossa comporterà. “Nel piano d'espansione della F1 [...] abbiamo creduto che portare in griglia un gruppo come GM/Cadillac potesse garantire ulteriore interesse allo sport. [...] Siamo entusiasti di supportare il progetto e il loro ingresso nel campionato”, è stato il commento entusiasta di Greg Maffei, presidente di Liberty Media.

Andretti: quale sarà il mio ruolo

Un tira e molla lungo, va detto privo di solidi fondamenti, che è stato commentato dal "Director of Board" di Cadillac, Mario Andretti, nel corso di un'intervista esclusiva che ha concesso a chi scrive per Formula1.it. Nel corso di questa chiacchierata, l'ex pilota Lotus ha parlato di quello che è il percorso con cui GM sarà pronta al debutto in F1 e di quello che sarà, nel quotidiano, il suo ruolo con il colosso a stelle e strisce.

"Darò consigli dove e quando possibile - ha ammesso Andretti - mi interessa la scelta dei piloti, suggerimenti tecnici. Farò che voglio, che mi piace. Non sarò presente ogni giorno, non mi interessa. Avrò una casa vicino alla factory per seguire dei GP in Europa".

Un ruolo, per molti, paragonabile a quello di Helmut Marko in Red Bull: una similitudine che a "Piedone" non piace molto.

"Direi che non sarà simile. Il mio ruolo è invariato rispetto a quello che avevo in IndyCar accanto a mio figlio. Facevo quel che mi riesce, non ho mai pensato di gestire la squadra o occuparmi di affari".

Piloti: obiettivi chiari

Infine, il vincitore della 500 Miglia di Indianapolis del 1969, ha svelato quelli che sono gli obiettivi del team in termini di piloti dove, ad oggi, un mix tra esperienza e un pilota americano pare il diktat imposto.

"L'obiettivo sarà quello di avere almeno un pilota americano. Tutto può cambiare, ma sappiamo quel che vogliamo. C'è tempo per vedere se sarà possibile ingaggiare un pilota esperto al fianco di un giovane americano".

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Foto copertina x.com


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