Continuano le difficoltà per Liam Lawson che anche a Shanghai ha riscontrato non pochi problemi una volta messosi alla guida della sua RB21. Il classe 2002 nel corso della prima Sprint Qualifying stagionale, così come accaduto la settimana scorsa in Australia, non è riuscito a superare il taglio del Q1. Eloquente il messaggio del nativo di Hastings una volta appresa la notizia del ventesimo posto e la conseguente eliminazione: "Mi dispiace molto... Non sono riuscito a far lavorare le gomme". Un team radio che mostra tutto il dispiacere del 23enne che sembra quasi non riuscire a spiegarsi nemmeno lui il motivo di tanta fatica.
Sul fatto che la squadra stia cercando in tutti i modi di accelerare il processo di ambientamento di Lawson non ci sono dubbi. A dimostrarlo è il fatto che nel corso dell'unica sessione di prove libere i tecnici di Milton Keynes abbiano preferito far scendere in pista la monoposto numero 30 con una configurazione aerodinamica più carica rispetto a quello adottato da Max Verstappen, indice di come trovare la fiducia del neozelandese sia aspetto prioritario all'interno del garage dei bibitari.
Chi invece ancora una volta ci ha messo una pezza è lo stesso Verstappen che, grazie a un giro "alla Max", è riuscito a piazzare sorprendentemente la vettura anglo-austriaca in prima fila a soli 18 millesimi da Lewis Hamilton, poleman di giornata.
Come però ammesso proprio dall'olandese al termine della sessione, il potenziale della vettura non era così elevato da valere la seconda posizione. Questo non fa altro che certificare come le lacune della RB21 siano evidenti, soprattutto in termini di bilanciamento e guidabilità con i piloti costretti a guidare costantemente sfidando un limite che al momento la monoposto non garantisce stabile al 100%. Ed è qui che allora tornano alla mente le difficoltà di un altro pilota, ovvero Sergio Perez che solo qualche mese fa aveva di fatto messo in guardia la stessa Red Bull, sottolineando le problematiche di un progetto all'epoca in gran parte insabbiate dal talento del classe '97.
Per un pilota che fatica, di contro, ce n'è un altro che sta senza dubbio vivendo il miglior momento della sua carriera. Trattasi di Yuki Tsunoda che sta finora dimostrando di aver metabolizzato la delusione per la mancata promozione nel team ufficiale di casa Red Bull, trasformandola in rabbia agonistica e motivazione che ora gli sta consentendo di raccoglierne i frutti.
Al via della Sprint Race il giapponese scatterà dall'ottava casella, figlia di una brillante qualifica che gli ha permesso non solo di mettersi alle spalle gli avversari diretti giunti in Q3 come Alexander Albon e Lance Stroll, ma anche di guadagnarsi lo status di "primo degli altri" avendo davanti solo piloti che guidano le monoposto dei quattro top team.
Tutti, tranne Lawson che ora potrebbe cominciare a vedersi coinvolto in qualche rumors non tanto per le difficoltà a cui sta andando incontro, quanto per le prestazioni che Tsunoda sta dimostrando di poter garantire. Helmut Marko, però, all'indomani del weekend di Melbourne ha voluto togliere un po' di pressione dalle spalle del giovane neozelandese: "Dobbiamo lasciarlo tranquillo e osservare la sua crescita nelle prime tre/cinque gare".
Un attestato di fiducia da parte del super consulente della Red Bull che dimostra comunque la volontà di far sì che il 23enne di Hastings possa dimostrare come la velocità mostrata in AlphaTauri prima e in Racing Bulls poi, sia stata tutto tranne che figlia del caso.
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