Nell'esclusiva Miami, abbiamo assistito a domini superlativi, scoperte piacevoli e abissi sempre più profondi: è il momento delle valutazioni, dei pensieri più sinceri e di cosa ci ha lasciato il sesto appuntamento del Campionato di Formula 1.
La McLaren fa un campionato a sé tra le curve del Hard Rock Stadium: Oscar Piastri (10) costruisce una gara che mostra sempre di più le proprie capacità, firmando la quarta vittoria stagionale su sei tappe disputate. L'australiano allunga nel mondiale, e agli avversari non passerà inosservato. C'è da migliorare nel giro secco, ma Oscar è un martello in gara, e la strada per limare i suoi errori, non è lontana. Iceman 2.0 is here!
Chiude la doppietta Lando Norris (9) fortunato nella Sprint del sabato e meno in gara, dove l'incubo Verstappen, torna a bussare alla sua porta. La porta chiusa in faccia al via da parte dell'olandese, porta Lando a scivolare in sesta posizione. Ma con una MCL39 strepitosa, e la sua fame di rimonta, tornare nella casella di partenza non è stato difficile. Un podio meritato, con Lando che deve azzerare gli errori e rimanere concentrato: le gare passano, e i punti diventano sempre più fondamentali in chiave Mondiale.
Max Verstappen scivola dalla prima alla quarta posizione (8). Nonostante la sua RB21 non sia all'altezza, l'arte del combattimento, della caparbietà e della tenacia, sono l'essenza del campione del mondo olandese, che avrebbe voluto omaggiare l'arrivo della sua piccola Lily con un risultato ben diverso. Ma Max è sempre lì, non molla mai la presa, e ci regala sfide che ricordano un'epoca diversa. Quando c'è lui in pista, la noia è un termine sconosciuto.
Il terzo posto ritorna nella mani di George Russell (8), che per la quarta volta, sale sul podio. Ottima la gara dell'inglese che, dopo un weekend da prestazioni buone ma da molte scelte sbagliate, è riuscito a costruire l'ennesimo risultato che lo porta accanto ai due Papaya.

Ma chi ha stupito in questo weekend è il nostro Kimi Antonelli (9): splendida la pole nelle qualifiche sprint, così come la terza posizione in qualifica. La sua giovane età si vede ancora, con diversi aspetti su cui migliorare nelle fasi di gara, ma il giovane italiano impara in fretta, e le aspettative di vederlo molto presto duellare per le prime file, sono molto alte.
Recita così una canzone di Mina, che calza a pennello con quanto succede in casa Ferrari (3) dove le parole dovrebbero solo azzerarsi. Dopo aver toccato il cielo con un dito nella splendida Jeddah, a Miami il team di Maranello ha toccato il fondo. Dall'incidente di Leclerc nei giri pre-Sprint (6), al podio fortunato raggiunto da Hamilton (6), la qualifica - e la gara - portano solo dolore, con una settima e ottava posizione che fa infuriare i tifosi e i due piloti.
Già, perchè Leclerc e Hamilton iniziano persino a battibecarsi in radio, come se ci fosse in palio un risultato più succulento. La frustrazione dei piloti prende così il sopravvento, con Vasseur che anzichè fare mea culpa, difende un progetto che, stando alle sei tappe disputate, parla da sè. Consiglio per la prossima volta? Silenzio, testa bassa e duro lavoro, anzichè predicare sogni mondiali, tutt'altro che vicini. E mentre i tifosi aspettano speranzosi aggiornamenti miracolosi, la faccia del nostro Leclerc nel post-gara, vale più di mille parole.
E se Miami ha portato grandi dolori a Maranello, chi torna a casa col sorriso è la Williams (9). Quarta forza in campo in questo weekend, è riuscita a stupire - e a tratti incantare- gli avversari, stupiti dalle loro performance. Alex Albon conquista una meravigliosa quinta posizione (10). Il thailandese sta mostrando al team, e al suo consorte di squadra, di essere un vero leader.

Infatti per Carlos Sainz (6.5), il weekend è stato più ballerino. Dopo una Sprint difficile, la qualifica per lo spagnolo è di tutt’altro sapore, grazie alla sesta posizione conquistata. Ma la gara prende un’altra piega, i duelli con Albon e i due Ferrari prendono il sopravvento e Carlos cade nella lotta e nei ricordi in Rosso, finendo solo nono con un batticuore sul finale per l’attacco al limite (non riuscito) a Lewis Hamilton.
Passando al resto del gruppo, Yuki Tsunoda dimostra di guidare un’altra Red Bull, ma i punticini a casa Milton Keynes sta riuscendo a portarli, a differenza dei suoi predecessori (7-). Ad un passo dalla zona punti troviamo Hadjar e Ocon (6), uniche punte per Racing Bulls e Haas, visto il ritiro di Lawson e Bearman.
Anonimi ancora una volta Alonso (5) e Stroll (6), con il canadese che è riuscito a prendere dei punti nella Sprint del sabato grazie alle innumerevoli penalità. Ma in gara, predomina la sofferenza, con un Aston Martin nettamente inferiore alla concorrenza. Situazione simile anche per Sauber, con Bortoleto fuori dai giochi per problemi al motore e Hulkenberg che naviga nel buio con la sua C45.
Infine, concludiamo con Alpine, con Gasly nuovamente a secco di punti (5) e un Jack Doohan che non riesce a compiere neanche un giro per un contatto al via (3). Il suo nervosismo in radio è stato notevole, consapevole che (probabilmente) la sua carriera in F1, finisce qui. Flavio Briatore ha già chiamato il buon Franco Colapinto, che è già pronto a volare in direzione Imola.
Ma prima, una breve pausa per ricaricare le pile: la Ferrari si prepara a vivere la prima delle due gare di casa. Riuscirà il team di Maranello a costruire un weekend positivo? Capace di ridare una motivazione al momento naufragata? Ci risentiamo fra due settimane per scoprirlo.
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