Tenere basse le aspettative. Erano arrivati così a Barcellona, nella giornata di giovedì, Charles Leclerc e Lewis Hamilton, pronti a ridimensionare le attese della vigilia figlie dell'ottimo, ma assolutamente a sè stante e poco indicativo, GP di Monaco, gara in cui il Cavallino aveva centrato un positivo secondo posto (secondo podio stagionale), dopo aver sfruttatp una SF-25 per la prima volta parsa in forma e seconda forza in campo, appena alle spalle della McLaren. Una gara, appunto, a sè state e poco indicativa, di cui i due piloti del Cavallino avevano parlato usando toni blandi, riportando l'ambiente alla normalità alla vigilia della nona trasferta stagionale, invitando valutare il Principato come un lampo e non come l’avvio di una risalita dopo il tonfo di inizio anno.
Una visione chiara, figlia di valutazioni sulle caratteristiche poco affini del tracciato spagnolo alla SF-25, che aveva accomunato i piloti della Scuderia, ma posto il britannico e il monegasco in opposizione rispetto alle idee esternate dal team principal Frederic Vasseur che, al termine del GP di Monaco (in vista della direttiva tecnica sulla flessibilità delle ali anteriori entrata vigore dalla questa gara), aveva ipotizzato un reset dei valori in campo e, di fatto, una possibile chance per la Rossa di archiviare, in parte, la debacle di inizio anno e iniziare a perfomare come sperato. Insomma la Scuderia arrivava in Catalogna fiduciosa (e speranzosa) di poter resettare il quadro dei valori in campo e dare finalmente sfogo al millantato potenziale della vettura. Una svolta che, stando ai primi riscontri visti nelle FP1 spagnole, pareva possibile, visto che a fronte di gerarchie sul giro praticamente inalterate, si era visto un buon rimescolamento di carte sul passo gara, dove la SF-25 era parsa quantomai in forma. Una speranza che, i fatti, hanno reso una sola illusione visto durante le FP2, la monoposto italiana più tornata ad essere poco veloce e poco piacevole per i piloti, forse a causa di alcuni cambiamenti di assetto o forse, più probabilmente, per un riequilibrio dei valori in campo.
Serviva quindi un terzo verdetto alla Scuderia per capire quale fosse effettivamente il suo valore. E la terza sessione di prove libere è stato tale. Impietoso, se possibile. Al termine dei 60 minuti di FP3 la SF-25 è parsa tutt'altro che in palla in terra iberica (essendo la seconda forza in campo ma in una serrata lotta con Red Bull e Mercedes), accusando un gap quasi ciclistico dalla McLaren, specie quella di Oscar Piastri. Sette decimi di secondo è stato il ritardo inflitto dal pilota numero 81 a Charles Leclerc, che si è lasciato andare ad un "Oh mio Dio..." in radio dopo aver appreso il gap dal suo ingegnere di pista Bryan Bozzi, e oltrr un secondo il disavanzo di Lewis Hamilton rispetto al battistrada. Un quadro, quindi, tutt'altro che roseo per il team di Maranello (che solo con una ottima qualifica potrebbe uscire da tale situazione), che potrebbe, arrivati a questo punto, sancire definitivamente il fallimento di questa annata e togliere, finalmente, ai vertici della squadra ogni scusa per rimandare a data da destinarsi un miglioramento prestazionale ma mai visto nei fatti. Insomma, una sveglia utile per spingere lo staff tecnico ad accettare la realtà e a reagire, come altri team hanno dimostrato di saper fare.
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Foto copertina media.ferrari.com