In occasione dell'imminente Gran Premio di Gran Bretagna, ripercorriamo una delle gare più iconiche disputate sul tracciato di Silverstone, quella del 2010.
Giunta in Inghilterra per il decimo appuntamento della stagione, la Formula 1 stava regalando agli appassionati un'affascinante ed imprevedibile lotta per entrambi i titoli mondiali.
Red Bull e McLaren, infatti, si contendevano la leadership nel campionato costruttori; mentre ciascuno dei loro quattro alfieri (Sebastian Vettel e Mark Webber per il team austriaco, Lewis Hamilton e Jenson Button per quello britannico) era in lotta nella graduatoria riservata ai piloti.
A Silverstone, la Red Bull decise di portare una nuova ala anteriore. Un'ala che venne danneggiata da Sebastian Vettel nel corso delle prove libere.
Con una sola specifica rimasta a disposizione, la squadra si trovava davanti ad un bivio: scegliere il pilota a cui affidare il componente più performante. Nonostante l'evidente malcontento di Webber, la decisione ricadde su Vettel.

Nelle qualifiche del sabato, fu proprio il tedesco a conquistare la pole position, davanti all'ancora scontento compagno di squadra ed a Fernando Alonso su Ferrari.
Eppure, nella giornata della gara, il destino fu davvero beffardo: Vettel venne prontamente superato da Webber alla partenza, per poi ritrovarsi con una foratura a seguito di un contatto con Hamilton.
Mentre Sebastian cercava a tutti i costi di risalire nel modo più efficiente possibile, l'australiano era impegnato nel difendere la prima posizione. Uno scenario tutt'altro che ideale per i vertici della Red Bull, vista la scelta intrapresa dopo le prove libere.
Alla fine, quello che era sulla carta "il secondo pilota" conquistò la sua quinta vittoria in Formula 1, davanti all'inglese della McLaren ed alla Mercedes di Nico Rosberg.
Appena arrivato sul traguardo, Mark Webber si tolse subito un gran sassolino dalla scarpa, comunicando in un team radio: "Non male per un secondo pilota". Una chiara provocazione rispetto a quanto accaduto al venerdì sulla nuova ala anteriore.
Insomma, Webber si vendicò a dovere, anche se a fine anno fu il suo compagno di squadra a diventare campione del mondo, dopo un epico Gran Premio di Abu Dhabi. Ma questa è un'altra Storia (di Formula 1).
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