«Ferrari, come un Grand Hotel. Spero che Vasseur sappia cosa fare». L'idea di Turrini
14/09/2025 13:00:00 Tempo di lettura: 5 minuti

È passato poco più di un anno da quando, nell’estate 2024, il team principal della Ferrari, Fréd Vasseur, aveva iniziato ad attuare la "rumorosa" ristrutturazione interna alla Scuderia, avviata dopo l’addio dell’allora Direttore Tecnico Enrico Cardile, ma voluta comunque dal francese per plasmare una Rossa diversa, con una nuova organizzazione rispetto a quella ereditata dalla precedente gestione.

Un massiccio turnover quindi, con l’arrivo di Loic Serra come nuovo DT ma anche di altre figure utili a potenziare aree nevralgiche del team. Dodici mesi dopo, tuttavia, il clima da porte girevoli non sembra ancora scomparso a Maranello, visto che la Rossa non ha trovato gli equilibri migliori in vista della stagione 2026, quelli che dovranno permettere al team di tornare al top. E proprio in questa ottica, in Via Abetone le settimane trascorse sono state piuttosto movimentate, sia per le voci (poi smentite dai fatti) relative al futuro dello stesso Vasseur, sia a causa di svariati addii o avvicendamenti in aree chiave.

Turnover calcistico

Tra gli addii che hanno caratterizzato il periodo estivo va segnalato quello dell’ex head of supply chain Enrico Racca, seguito poi da un rimescolamento di tecnici interni che avevamo già riportato, come l’arrivo di Carlos Herrero come responsabile delle prestazioni degli pneumatici. Ma anche al rientro dalle vacanze le porte a Maranello non hanno smesso di essere girevoli: appena riaperti i battenti, la Scuderia ha perso due tecnici aerodinamici, uno diretto in Audi e uno in Mercedes. A livello motoristico, poi, si è appresa la clamorosa uscita (che ci era stata anticipata da fonti autorevoli a inizio estate ma che il Cavallino aveva negato con forza) di due responsabili del progetto 2026, Wolf Zimmermann e Lars Schmidt, passati ad Audi. Tutti i poteri del Reparto Motori sono stati così affidati a Enrico Gualtieri. Insomma, in Italia il clima pare tutt’altro che ottimale per gettare basi solide in vista del 2026: stagione in cui la grande rivoluzione tecnica offrirà nuove opportunità ma imporrà anche sfide inedite. Avere figure di riferimento chiare e una stabilità interna massiccia potrebbe aiutare non poco ad affrontare i tanti problemi che la nuova generazione di monoposto inevitabilmente porterà con sé.

Turrini dubbioso

Un clima che appare assai lontano da quello che si respira in Ferrari, dove i nuovi innesti (perlopiù provenienti da squadre di seconda fascia) saranno chiamati a mettere le mani su un progetto ormai definito e, nel caso, a rispondere di problemi poco noti. Proprio di questo, oltre che dei recenti addii in casa Ferrari, ha parlato Leo Turrini nel suo blog "Profondo Rosso".

"Che Zimmermann e Schmidt, motoristi da anni legati alla Ferrari, interrompano la collaborazione con Maranello a pochi mesi dall’introduzione della nuova power unit è notizia che si presta a interpretazioni. [...] Prima ipotesi. Sono vere le perplessità sulle prospettive del motore 2026 e la rottura è figlia di un disappunto che si spera verrà smentito dai fatti. Seconda. Zimmermann e Schmidt sono stati convinti da Mattia Binotto, [...] che ha trovato argomenti per farsi seguire in Audi. Dopo di che, conviene coltivare la speranza che Fred Vasseur [...] sappia che cosa sta facendo. [...] A metà settembre la Ferrari ancora non ha provato al banco tutta la PU. E mancano tre mesi all’omologazione dei componenti. [...] Il turnover di ingegneri in F1 è la norma. [...] La mancanza di risultati facilita l’esondazione dei sussurri. Vincere aiuta a vincere e quando si perde non è improbabile trasformarsi in una sorta di Grand Hotel. Gente che viene, gente che va..."

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Foto copertina x.com


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