Franco Colapinto è arrivato nel paddock con il suo Paese sulle spalle. Un'Argentina piegata economicamente ma che vive di sport, che ricorda ancora le gesta di Maradona e le emozioni dell'ultimo Mondiale di calcio. Una terra che quando ha visto un pilota sventolare la sua bandiera si è persino candidata per ospitare un GP. Eppure, tra un mate e una battuta su Messi, negli occhi del giovane dell'Alpine riecheggiano ancora i sacrifici fatti per arrivare in uno sport eurocentrico come la Formula 1.
"A 13 anni ho fatto le mie prime gare in Europa, tra cui la Winter Cup dei kart in Italia. Lì arrivai secondo senza alcuna preparazione, e alcune persone rimasero impresse da questo ragazzino argentino di cui non avevano mai sentito parlare", ha spiegato il giovane a Beyond The Grid. Dopo l'episodio, una squadra decise di averlo tra i suoi ranghi, finanziando sia la carriera che il trasferimento. "Vivevo in uno spazio sopra l'officina, perché non potevano permettersi degli appartamenti. Vivevo lì con dei meccanici e seguivo ogni giorno il loro lavoro. Al fine settimana e durante le vacanze tutti andavano via e io restavo da solo. Lì vicino c'era un centro commerciale e andavo lì, oppure stavo a casa a cucinare. Non avevo amici, ero in una zona industriale e non c'era niente attorno. Mi mancava molto casa, specialmente quando le cose non andavano per il verso giusto".
Un cambiamento così radicale lo ha costretto a crescere precocemente, perdendo le attività e le esperienze tipiche dei ragazzi della sua età. "Quella era la mia scuola, vivevo da solo in un posto che non conoscevo, senza sapere la lingua, perciò era davvero dura. Io mi sentivo 3,4 anni più grande di quello che ero, solo per il carico mentale. Tutti pensavano che fossi pazzo, che la mia famiglia fosse matta per lasciarmi così piccolo dall'altra parte del mondo. Loro sapevano quello che stavano facendo. Non posso immaginare quello che hanno passato, ma adesso ha ripagato", ha aggiunto ancora l'argentino, davanti a un commosso Tom Clarkson. Una vita di sacrifici che lo hanno portato a raggiungere il suo obiettivo. E anche se ora i risultati non arrivano come in passato, Colapinto ha ammeso con orgoglio di non avere rimpianti.
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