Da «predestinato» a mela marcia? L'assurdo malcontento della Ferrari verso Leclerc
Stando ad alcune indiscrezioni, il rapporto tra il personale della Ferrari e Charles Leclerc si sarebbe incrinato a tal punto da poter diventare irrecuperabile. Una conseguenza paradossale rispetto a quanto sta accadendo in pista in questo 2025...

08/10/2025 14:30:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Dopo il fine settimana di Singapore, diverse indiscrezioni hanno affermato che all'interno della Ferrari ci sarebbe del malcontento, dell'insoddisfazione, nei confronti degli atteggiamenti di Charles Leclerc. Francamente, una crisi interna è l'ultima cosa di cui la Rossa ha bisogno in questo periodo.

Puntare il dito non serve a nulla

Il primo ad essere insoddisfatto della situazione attuale è senza dubbio il monegasco. Un pilota che ha giurato fedeltà al Cavallino sin da piccolo, che viene visto da diversi anni come il "predestinato" per riportare il titolo a Maranello e che finora ha raccolto davvero poco rispetto a quanto ha seminato.

Lo si nota in ogni intervista: gli occhi di Leclerc sono spenti, vuoti. Lo specchio di una malinconia interiore e di uno scenario, quello che si vive nella Scuderia, che appare come un tunnel senza via d'uscita.

D'altronde, il weekend di Marina Bay è stato un altro fallimento per la Ferrari in questo 2025. La SF-25 si è dimostrata, per l'ennesima volta, una monoposto non all'altezza della concorrenza.

Se poi alla prestazione insufficiente si aggiungono un bilanciamento difficile da controllare e problemi di ogni tipo da gestire, allora è fisiologico che un pilota vada al manicomio nel tentativo di mantenere la calma.

La frustrazione è una conseguenza. Non deve diventare un pretesto

Nel corso della gara, è stato chiesto più di trenta volte a Leclerc di effettuare del lift and coast (veleggiare prima della staccata), rilasciando l'acceleratore a 20, 30 o addirittura 50 metri dal punto di frenata ideale. Il tutto per tenere sotto controllo le temperature dei freni; tant'è vero che quelli di Hamilton hanno ceduto nel finale.

Questa pratica è ovviamente frustrante per un pilota, perché comporta un'ulteriore significativa perdita di prestazione, che può arrivare fino a 1 secondo al giro.

Dunque, parliamoci chiaro: dopo sette anni in cui non ha mai davvero potuto lottare per un campionato, è comprensibile che Leclerc abbia uno stato d'animo burrascoso.

Attenzione alle parole: "comprensibile" non significa "giusto", né tantomeno "giustificabile". L'atteggiamento sbigottito di Charles non fa di certo bene alla squadra e dovrebbe essere evitato, però è comprensibile.

Ciò che è meno comprensibile, ma soprattutto per nulla produttivo, è accanirsi nei suoi confronti come starebbero facendo - stando a delle indiscrezioni - diversi membri della squadra.

In una situazione del genere va messo da parte l'orgoglio. Se Leclerc critica la macchina, bisognerebbe concentrarsi sul perché la SF-25 non è quella che tutti volevano, piuttosto che trattare il classe '97 come se fosse una mela marcia.

L'elefante nella stanza

Parliamoci chiaro: in Formula 1, in cima alla classifica dei problemi, ci deve sempre essere la monoposto. Senza una vettura di livello non serve a nulla avere i migliori piloti, i migliori pit stop e le migliori strategie.

Prima la macchina, poi tutto il resto. Perché il punto è proprio questo: il malcontento generale nasce dalla mancanza di una macchina capace di vincere il titolo. Mancanza che si protrae dal 2008 ad oggi.

Se si arriva a parlare d'altro è perché, evidentemente, non si è in grado di giustificare tale mancanza. L'intera organizzazione, da capo a piedi, dovrebbe agire per rimediare allo scempio a cui i Tifosi assistono ogni singolo gran premio, piuttosto che indignarsi per la frustrazione di Leclerc.

Forse questo è un discorso per cui la Ferrari non è pronta, forse mai lo sarà. E tutto ciò spaventa.

 

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Foto copertina www.ferrari.com


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