L'unico «valore McLaren» è l'incoerenza
Era nell'aria: quando mancano solamente sei gran premi al termine del Mondiale 2025, ecco che abbiamo assistito al primo vero "ruota a ruota" controverso tra Oscar Piastri e Lando Norris. E la McLaren l'ha gestito nel peggior modo possibile.

06/10/2025 12:30:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Il sottoscritto l'aveva detto già al termine del Gran Premio d'Italia (clicca qui per leggere l'articolo): "con lo scopo di 'fare la cosa giusta' a Monza, la McLaren rischia seriamente di essersi complicata la vita per il futuro. 'Fare la cosa giusta' d'ora in avanti potrebbe presto trasformarsi in un significativo grattacapo, in un vero e proprio tunnel dove ogni decisione è quella sbagliata, da una parte o dall'altra."

Ebbene, la controprova non si è fatta attendere molto. In quel di Singapore, abbiamo assistito ad un episodio che - secondo il principio di dover fare "la cosa giusta" - è stato gestito in maniera pessima da McLaren, rivelando una plateale incoerenza. Ricostruiamo l'intera faccenda.

L'episodio

Piastri e Norris sono partiti rispettivamente dalla terza e dalla quinta casella della griglia a Marina Bay. Grazie ad un ottimo spunto iniziale, il britannico ha superato immediatamente Antonelli, prima di aver allungato la staccata e cercare il sorpasso sul compagno (nonché diretto rivale per il titolo) a curva 2.

Conscio di tale tentativo, Oscar ha lasciato alla monoposto numero 4 tutto lo spazio necessario per evitare il contatto. Eppure, la sua cautela non è stata ripagata: Lando è arrivato lungo al punto di corda, ha tamponato Verstappen ed è rimbalzato letteralmente addosso all'altra McLaren.

Risultato? Norris ha ottenuto la terza posizione ai danni di Piastri, per poi mantenerla per tutta la gara. L'australiano era imbestialito con la squadra, che lo ha abbandonato a se stesso. Un gesto tutt'altro che corretto se ripensiamo a quanto successo a Monza.

Stranamente, la Federazione Internazionale non è intervenuta con alcuna sanzione sull'episodio, nonostante l'inglese non abbia mantenuto il controllo della propria vettura. Un criterio scritto nel regolamento sportivo e che rientra tra le variabili necessarie per completare un sorpasso regolare.

La FIA non ha voluto prendere una decisione potenzialmente decisiva per il Mondiale. Una scelta non di certo onorevole, seppur comprensibile. D'altro canto, è incomprensibile la gestione della McLaren...

Stavolta non si fa "la cosa giusta"?

In questo caso - francamente è pleonastico specificarlo - "la cosa giusta" sarebbe stata restituire la posizione al numero 81 e lasciar correre liberi i due nuovamente, dato che l'inglese ha ottenuto un vantaggio con un attacco sconsiderato.

I tanto amati "valori McLaren", però, questa volta non sono entrati in gioco. Questa volta è stato deciso - come detto dall'ingegnere di pista di Piastri, Tom Stallard - che se ne sarebbe discusso dopo la corsa.

Ciò che resta tale, però, è una decisione contestabile, per usare un eufemismo. Parliamoci chiaro: la McLaren ha avuto la possibilità di pareggiare i conti con Monza (letteralmente, visto uno scarto di 3 punti tra una posizione e l'altra anche in questo caso).

Eppure, questo scenario non è stato ritenuto "ingiusto". Quindi, secondo i "valori" del team, avere un pit stop lento è ingiusto, mentre superare l'altro colpendolo è giusto. Un controsenso davvero complicato da spiegare.

La reazione di Piastri dice tutto

Per quanto si riesce a percepire dall'esterno, l'unico "valore" delle confusionarie "Papaya Rules" è l'incoerenza.

Tale percezione sembrerebbe averla avuta anche Piastri, che non solo si è lamentato lungamente durante il Gran Premio di Singapore, ma ha anche staccato il collegamento radio nel momento in cui Zak Brown - CEO della scuderia - lo stava ringraziando per la vittoria del decimo titolo costruttori nella storia del team.

Tra sei gare, se non prima, scopriremo chi sarà il pilota campione del mondo nel 2025. Intanto, abbiamo una sola certezza: Piastri si ricorderà molto bene gli episodi di Monza e Singapore se la coppa non porterà il suo nome.

 

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