Mistero Hamilton: perde 5 secondi nel finale ad Austin. Per la Ferrari era tutto ok
22/10/2025 07:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Quarto al sabato, quarto la domenica. Giorni diversi ma stesso risultato: questi sono stati i due piazzamenti che Lewis Hamilton ha centrato in occasione, rispettivamente, della Sprint e del GP degli Stati Uniti. Ma, per lo stesso risultato, il sapore e la dinamica sono assai differenti, visto che nella Sprint il pilota inglese aveva chiuso a ridosso dal podio, mentre nella gara vera e propria il gap dal terzo posto è stato pesante e, probabilmente, condizionato dalle scelte strategiche del box. A differenza di Leclerc (molto aggressivo), infatti, Lewis era partito con gomma Media, gestendo la sua gara sostanzialmente nella stessa posizione dal via sino al traguardo, accodandosi sin da subito dietro al duo Norris-Leclerc, senza mischiarsi nella loro dura e spettacolare lotta durata oltre venti giri. Una scelta arrendevole, secondo alcuni, ma logica a causa della reale impossibilità di poter e sorpassare il pilota della McLaren con un passo paragonabile ma non superiore e in treno di DRS che, per chi segue, vanifica l'effetto dell'ala mobile.

Testa alla tattica

Una decisione, quindi, ponderata e pensata per non spremere le gomme e vanificare la tattica di gara pensata dal muretto, che aveva previsto per lui un secondo stint con gomma Soft. Dopo aver, quindi, allungato la vita del set di Media, l'ex Mercedes è rientrato ai box con un gap di dieci secondi dal compagno di squadra, senza avere però il passo, con una gomma più prestazionale, per ridurre il gap e provare l'assalto al podio. Al contrario, il margine tra i due ha iniziato ad ampliarsi fino ai tredici secondi, con Hamilton che ha mostrato un passo via via sempre meno incisivo, per crollare del tutto nel corso dell'ultimo giro, quando ha improvvisamente perso cinque secondi, chiudendo l'ultimo passaggio in 1:43. Un calo "misterioso" di cui ha parlato lo stesso Sir Lewis a fine gara: “Non sono sicuro di cosa sia successo, sono arrivato in curva 5 mi è sembrato di aver colpito qualcosa, ho avuto forte sottosterzo, pensavo di aver forato. Sono riuscito a resistere, pensavo si fosse rotta l’ala o fosse successo qualcosa alle gomme”.

Mistero finale

Nell'ultimo giro di gara, infatti, Hamilton ha segnalato subito via radio un problema alla gomma anteriore destra, pensando ad una foratura che non gli permetteva di affrontare le curve come sperato: nel T1, infatti, Lewis è finito lungo in diverse curve, ma dal box nessun dato anomalo è stato rilevato dalla telemetria. L'unica ipotesi credibile, risulta quella della foratura lenta, anche se Hamilton ha avvertito il problema in modo improvviso, perdendo aderenza e tanto tempo nel primo settore (dai dati emerge come Lewis abbia rallentato fino a registrare una differenza di velocità in curva di 50 km/h rispetto ai giri precedenti, così come emerge che anche nella parte finale del giro, la situazione non fosse ottimale), anche a causa dei tanti detriti raccolti. Un calo che ha portato il ferrarista a essere avvicinato da Oscar Piastri, vedendo il quarto posto a rischio (quasi con un arrivo in volata). Un rischio, però, ben gestito dal sette volte iridato che, malgrado il mistero finale, ha mandato in archivio una tre giorni positiva e utile per migliorare sempre più il suo adattamento e il suo feeling con la macchina: "Stiamo facendo passi nella giusta direzione, mi sento meglio in macchina. Dobbiamo capire come estrarre ancora più potenziale e mettere la vettura in una finestra migliore”. 

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Foto copertina www.ferrari.com


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