Sono passate quasi due settimane dalle parole, secondo alcuni fuori luogo e secondo altri una strigliata alla squadra, del presidente della Ferrari John Elkann, dirette verso i piloti della Scuderia. Eppure, ancora oggi, appaiono assai attuali e ancora destinatd ancora a far discutere. Il boss del Cavallino, di fatto, aveva caldamente invitato Charles Leclerc e a Lewis Hamilton a “parlare meno e concentrarsi a guidare”, sostenendo tra le righe (dopo aver elogiato senza mezzi termini il resto della squadra) come siamo i due driver il problema del team italiano: dichiarazioni forti, che hanno scatenato l'opinione pubblica venendo accolte, specie in Inghilterra, come un attacco (ma non così privo di fondamento, per essere onesti...) al sette volte campione del mondo, Lewis Hamilton, autore di una annata estremamente deludente e ancora a secco di podi.
In molti, nel corso di questi giorni, hanno speso delle parole per commentare la questione, schierandosi in larga parte a favore dei piloti e in opposizione al numero uno della casa di Maranello. Tra questi c'è anche l'ex pilota di Formula Uno, Jenson Button, che tra le varie cose è stato per anni compagno di squadra di Lewis Hamilton in McLaren, conoscendo a fondo pregi e difetti per pilota inglese. Il campione del mondo 2009, di fatto, non ha condannato l’opinione del presidente della Ferrari, ma ha posto l'accento sul mondo in cui essa sia stata espressa: per lui sarebbe bastato prendere da parte Sir Lewis (anche secondo Button le parole erano rivolte a Lewis) e manifestare l’insoddisfazione di fronte all’enorme investimento, per ora non affatto ripagato e ben deludente, effettuato per avere in squadra il pilota ex Mercedes. Un parole che Jenson Button ha esternato a Sky Sports Uk.
“È facile parlare al tuo pilota e dirgli ‘Non va bene, non è così che lavoriamo, queste sono le linee guida’. Perché senti il bisogno di dire ai media queste parole? Capisco che vuoi aiutare, ma in Ferrari è sempre stato così. La comunicazione è la cosa migliore in qualsiasi ambito, soprattutto in una squadra in cui ci sono migliaia di persone che lavorano allo sviluppo di un’auto e hai due piloti migliori al mondo, bastava fare una chiacchierata con loro. La Ferrari ha sempre avuto molta pressione. È così per tutte le squadre di Formula 1, ma soprattutto per la Rossa. Tutta l’Italia vuole che la Ferrari vinca, c’è molta pressione esterna e interna per tutti. E questo vale per tutti i membri della squadra. Quindi capisco che ci sia molta pressione“.
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