La vittoria numero nove in carriera per Nico Rosberg ha certamente un sapore speciale: il tedesco, in evidente crisi di risultati nel confronto con il suo blasonato compagno di squadra, ha ritrovato quella solidità che sembrava del tutto smarrita dopo il finale perfetto di campionato operato da Hamilton lo scorso anno e soprattutto dopo l’avvio 2015 altrettanto fulminante dell’inglese. C’è soddisfazione ma soprattutto gioia, negli occhi di Nico a fine gara: si fa strada la consapevolezza di saper ancora stare davanti a Lewis in modo autorevole sia in qualifica che nell’arco della gara, magari ricominciando a mettere al campione in carica quello stesso nervosismo che nella passata stagione gli fece rischiare il tracollo iridato nel bel mezzo della stagione… Hamilton, dopo una partenza non ottimale e la perdita di una posizione, si è trovato da subito nella condizione di dover inseguire, perdendo tempo prezioso alle spalle di Vettel, scattato meglio allo start. Da ciò è derivata l’idea di tentare il colpaccio con una strategia di gomme più azzardata, che ha pagato solo con lo stesso Vettel ma non contro Rosberg, rimasto alla fine inviolabile lì davanti a tutti.
C’era da aspettarselo, che la Mercedes fosse forte in Spagna? Assolutamente sì. E’ uno dei circuiti più completi, dove si svolgono i test invernali e dove vengono premiati i progetti nel complesso migliori. Un circuito che, quindi, restituisce con una certa chiarezza i veri e reali valori in campo tra le squadre del mondiale. E’ qui che, in concomitanza con l’apertura della stagione europea dei gran premi, tutti i team (o quasi) hanno portato varie e importanti modifiche per consentire alle monoposto di recuperare decimi preziosi. C’era grande aspettativa per la famosa evoluzione della Ferrari SF15-T, che tra le altre cose ha sempre gradito le alte temperature (anche a Barcellona ha fatto il caldo che stiamo sentendo qui in Italia): il responso della pista non è stato ottimale, in quanto lo si potrebbe definire dolceamaro. Dolce, perché i numeri sono anche amici della Ferrari: ancora un podio, il quinto su cinque appuntamenti, il quarto con Vettel. La Ferrari e la Mercedes ne dividono (seppur non proprio equamente) i gradini e nessun altro è ancora riuscito a “intrufolarsi”; inoltre Vettel e Raikkonen adesso sono diretti inseguitori di Hamilton e Rosberg in classifica, così come la Rossa insegue direttamente la Mercedes nel campionato Costruttori. Cifre non da poco, perché nonostante la mancata soddisfazione del team principal Arrivabene bisogna ricordare da quale sventurata stagione provenga il team di Maranello, con un salto di qualità straordinario e quasi del tutto inatteso… L’amarezza proviene sempre dai numeri, severi e freddi giudici di una prestazione lontana da quella della Mercedes: Vettel, terzo al traguardo, ha accumulato 45 secondi di ritardo dal vincitore Rosberg. Per ricordare numeri così, bisogna tornare a due mesi fa in Australia, dove i distacchi erano addirittura più leggeri.
Motivi di disperazione, però, la Ferrari non deve averne: la via per raggiungere e battere costantemente i rivali è lunga ma ha già donato le prime soddisfazioni, non ultima (se non in ordine cronologico) la resistenza a oltranza di Sebastian Vettel nella prima metà di gara con Hamilton negli scarichi. Ciò che, piuttosto, dovrà far riflettere la Scuderia è l’effettivo funzionamento degli aggiornamenti portati in pista: da questo step ci si aspettava davvero quella marcia in più capace di fare volare in alto… Non basta, infatti, guardare solo avanti: la Williams ha fatto dei passi avanti riuscendo a infilarsi con Bottas tra le due Ferrari. A impressionare negativamente, invece, è stata la Toro Rosso: dopo una qualifica da urlo con tanto di terza fila occupata, in gara entrambe le vetture si sono eclissate e hanno terminato a margine della zona punti. Neanche la Red Bull può permettersi di sorridere più di tanto (Ricciardo a parte): nonostante la settima piazza dell’australiano, è stato proprio lui il primo dei doppiati. Se poi si aggiungono i problemi tecnici patiti da Kvyat nel corso del weekend e la strana manovra del giovane talento russo con Carlos Sainz a fine rettilineo, il quadro non è dei migliori. Altra gara non rosea anche per la Sauber, che ha chiuso incolore fuori dalla zona punti con entrambi i piloti, al pari di una irriconoscibile Force India, mai presente in gara. Delusione anche in casa McLaren: il pilota più tifato tra le tribune di Barcellona, Alonso, si è dovuto ritirare per evidenti problemi ai freni; Jenson Button, dal canto suo, non è andato oltre la sedicesima posizione, precedendo le Marussia. Tra due settimane la Formula 1 continua il suo cammino in Europa spostandosi a Montecarlo, sesto appuntamento stagionale. Lì si potrà “giocare d’azzardo” e immaginare qualche sorpresa di classifica, data la nota e divertente atipicità del circuito monegasco…
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