Acclamato dai fan e al secondo posto della classifica iridata, con 9 punti di ritardo dal pilota della Red Bull, Max Verstappen, il monegasco del Cavallino Rampante ha tutto ciò che occorre per lottare per il titolo mondiale nel corso di questo campionato.
Ha la velocità, lo ha dimostrato ottenendo 5 delle 7 pole position sostenute in questa prima parte dell’anno (Bahrain, Australia, Miami, Spagna e Monaco). Ha il ritmo, nonostante le sole due vittorie (Bahrain e Australia) contro le quattro di Verstappen, Charles Leclerc ha dimostrato quasi su ogni pista di poter lottare per la vittoria (l’unica gara dove Max ha avuto davvero qualcosa in più a livello di passo è stata quella di Imola). Ha la vettura, la F1-75 è decisamente un’arma con delle grandi potenzialità nella rincorsa al titolo.
Purtroppo però, Leclerc ha anche un grande difetto: si fida troppo della Ferrari. Il pilota non dovrebbe mai aver paura di contraddire e magari imporre la propria decisione alla squadra. A Monte Carlo, avrebbe dovuto mostrare, per intenderci, quella “grinta” vista uscire per contro da Carlos Sainz. Quando la squadra gli ha detto di rientrare ai box per montare gomme Intermedie lo spagnolo si è rifiutato. Aveva capito che andare su questa tipologia di pneumatici avrebbe compromesso la sua gara: la pista ormai era pressoché asciutta e da lì a poco si sarebbero potute montare le slick.
Leclerc invece non appena il team lo invita a prendere la via della pit lane, non batte ciglio e viene di fatto messo su una strategia suicida che, nonostante il vantaggio accumulato nei primi giri, lo farà arretrare dalla prima alla quarta posizione finale. Questa ovviamente non vuole essere un’accusa contro la Ferrari. Tutti si sbaglia, anche se nel caso della Rossa, sarebbe il caso di farlo il meno possibile dal momento che si ritrova finalmente tra le mani un pacchetto pilota-auto davvero invidiabile.
Non dispiacerebbe dunque vedere un Leclerc in grado di staccarsi di più dalla Ferrari e osare un po’ di più. Sarebbe bello se in alcuni casi prendesse in mano la situazione. Non perché sia migliore degli uomini al muretto, ma perché è così che i grandi piloti sanno fare.
ornand un attimo a Sainz, a Monaco aveva individuato la corretta strategia di gara. Sicuramente si poteva fare qualcosa di meglio e di diverso nei tempi della chiamata ai box, ma ciò non toglie che grazie alla sua tattica (anche se ha perso una posizione su Perez) sia riuscito comunque a preservare il secondo posto su Verstappen e a superare il compagno di squadra Charles. Una strategia che dunque gli rende il giusto merito.
Quello che stiamo ammirando quest’anno è un Charles diverso, ad esempio al 2019, quando si trovava spesso in lotta con Vettel. In quel caso, sì che era capace di alzare la radio e dire la sua al muretto. Cosa è cambiato? Allora doveva dimostrare di essere all’altezza di un quattro volte campione del mondo, adesso guida con la consapevolezza (perché credo ce l’abbia) di essere il capo squadra, il punto di riferimento, il pilota a godere del massimo supporto da parte del team. Forse crede che non ci sia più bisogno di battere i pugni sul tavolo perché il team farà tutto per metterlo in condizioni di vincere.
Così è, ma la squadra e gli uomini della Ferrari non sono infallibili, quindi anche lui dovrebbe partecipare più attivamente e in modo più propositivo alle dinamiche di gara. Il campionato è lungo, la macchina c’è e il pilota anche. La squadra del Cavallino deve ora lavorare sui dettagli. Le distrazioni, da ora in avanti, costeranno caro. Tutti dovranno restare concentrati. Nessuno escluso.
Foto: Ferrari
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