Quello dei costi, in Formula1, sta diventando un tema sempre più acceso. Abbiamo già visto, in questa prima parte dell’anno, come l’attenzione si sia andata a focalizzare sul budget cap, con le squadre sospese tra la gestione delle spese dovute all’inflazione derivante dalla guerra in Ucraina e l'incalzante corsa allo sviluppo per migliorare le performance della propria vettura.
Oltre a questo, ci sono alcuni team invece che vorrebbero risolvere anche la questione relativa al salario dei piloti. Molte compagini non possono permettersi di offrire cifre esorbitanti ai propri conducenti, così hanno deciso di presentare la proposta del salary cap. Non è certo la prima volta che l’idea viene lanciata all’interno del Paddock, ma contrariamente a quanto avvenuto in passato, sembra che adesso se ne sia cominciato a parlare in modo più costruttivo.
"Il tetto salariale dei piloti è un qualcosa su cui abbiamo iniziato a discutere circa un mese fa con F1, FIA e team”, ha esordito il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, in un’intervista apparsa su ‘RacingNews365’. “Avere un budget fisso è molto importante e ne comprendiamo l’importanza. Non si tratta soltanto di piloti e personale, c’è una ragione ben precisa per cui le spese dovranno essere limitate in futuro”.
Il tecnico italiano però non ha aggiunto altro in merito. Il manager ha preferito soffermarsi ancora sui contratti dei piloti. Alcuni di loro, come ad esempio Verstappen e Norris, hanno già deciso di legarsi con i rispettivi team attraverso degli accordi a lungo termine (2028 per Max e 2025 per Lando) rendendo così difficile poter stabilire il momento più opportuno per l’introduzione del salary cap nel regolamento sportivo di F1.
“Abbiamo sollevato il problema e ne stiamo già parlando, ma non ci sarà una soluzione facile. Stiamo cercando di valutare tutte le idee, ma quel che è certo è che non verrà introdotto a breve. Ci sono ancora dei contratti in essere che non possono subire modifiche. Ci sarebbero delle implicazioni legali”, ha chiosato prima di concludere. “Ci vorrà tempo, ma almeno abbiamo giù iniziato a parlarne”.
Foto: Ferrari