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29/06/2022 13:20:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Nel corso dell'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport (qui un altro estratto), Tom Smedley, ex ingegnere della Ferrari, si è soffermato anche sulle principali vicende riguardanti il Cavallino e sulla sua esperienza a Maranello. L'attuale direttore "Data Systems" e consulente tecnico della Formula One Group ha definito Mattia Binotto come "perfetto" per il ruolo di team principal della Rossa e ha paragonato Charles Leclerc a Michael Schumacher.

Di seguito le sue dichiarazioni.

Le parole di Tom Smedley

leclerc

Ecco quanto dichiarato da Smedley ai microfoni della Rosea:

"Sapevamo che con le nuove regole qualcuno avrebbe potuto fare un grosso passo avanti. Da ex ferrarista sono felice che sia stata la rossa. Adesso hanno la macchina globalmente più veloce sui vari circuiti. I problemi di affidabilità sono legati al fatto di avere spinto tanto sulle prestazioni. Ma era necessario rischiare per tornare al vertice". 

Su Binotto

"È l'uomo giusto al posto giusto? Quando sono arrivato alla Ferrari, nel 2003, era ingegnere motorista di Michael Schumacher. Poi è diventato capo di quell'area e più tardi direttore tecnico, quando io ero già passato alla Williams con Felipe. La sua qualità migliore è la capacità di gestire gli uomini. Quindi è perfetto come team principal". 

Sulla sua esperienza a Maranello

"Ci facevano fare dei corsi aziendali, ma mi sono annoiato dopo due lezioni, così l'ho imparato dai meccanici. Il mio è l'italiano della Ferrari: un misto di modenese, inglese e un po' di francese. Alla quarta settimana capivo già la vostra lingua, ma non l'ho detto ai ragazzi della squadra perché volevo sentire come parlavano di me nel box. Erano commenti coloriti... Ho fatto passare altri due mesi, poi ho svelato la verità, e qualcuno è impallidito (ride). Che cosa è successo dopo? Si sono comportati in modo perfetto. Però, per confondermi, parlavano in modenese. Allora mi è toccato andare nei bar di Maranello per imparare il dialetto dai vecchietti". 

Sugli errori di strategia

"Perché si commettono? I dati e gli strumenti possono darti un'indicazione, ma poi sono gli uomini a decidere. È un compito difficile, per nulla banale: in tre secondi devi fare una scelta che vale come quella del presidente di un'azienda e da cui può dipendere il titolo mondiale". 

Sui suoi piloti preferiti

"Lewis Hamilton ha raggiunto traguardi incredibili, è straordinario quello che ha fatto in pista e fuori, con il suo messaggio. Leclerc e Verstappen sono entusiasmanti. Charles conquista il pubblico perché ha un retroterra normale, non è il figlio di una famiglia ricca di Montecarlo. Poi c'è la generazione emergente di cui fanno parte Norris e Gasly".

Su Leclerc

"È un leader? Lui, Max e Lewis sono in grado di elevare il livello di tutta la squadra, trascinando gli altri e trasmettendo uno spirito vincente. La stessa capacità che aveva Michael Schumacher alla Ferrari, quando faceva da catalizzatore, attorniato da Todt, Brawn e Byrne. Da questi piloti arriva la spinta per reagire agli errori e migliorare".

RAZZISMO, LECLERC: «INTOLLERABILE, CONOSCO HAMILTON DA TEMPO E POSSO DIRE UNA COSA»​​​​​​​

Foto (entrambe) Twitter Ferrari


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