La prima pole Ferrarista sul Circuito delle Americhe, la terza di Carlos Sainz in carriera. Un giro perfetto, senza sbavature, contro un Leclerc altrettanto performante, anche se il monegasco sarà retrocesso di dieci posizioni per la sostituzione dell’unità endotermica e di altre componenti tra cui il turbo (ragioni di sviluppo condivisibili, a questo punto della stagione).
Con la variabile del vento e del suo effetto sulle monoposto, le Ferrari, che in Q2 hanno adoperato pneumatici usati per preservare un treno di Soft, hanno offerto una prova di grande qualità a livello prestazionale, dando la sensazione con entrambi i piloti di interpretare al meglio la vettura e il rapporto tra carico aerodinamico e cavalli a disposizione, come si è visto sul lungo rettilineo.
Il pilota spagnolo conferma, semmai ve ne fosse bisogno, che quando la Ferrari va, lui la sfrutta al meglio e, particolare da considerare in prospettiva, con la massima lucidità possibile. Dobbiamo ricordarci le sue difficoltà di compatibilità con la F1-75 all’inizio, a livello di feeling, per pesare a dovere il progresso.
Lo stesso Sainz ammette, subito dopo, che il passo gara migliore resta quello della Red Bull. Pretattica verbale, in parte.
Nessuno considera le chance Mercedes, a quanto pare. Vedremo.
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