Da Verstappen ad Hamilton fino ad arrivare a Senna, Mansell e Prost passando per alcune considerazioni sulla stagione che sta per iniziare: dopo quello relativo alla Ferrari, vi proponiamo un altro estratto dell'intervista rilasciata da Gerhard Berger ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
"Lewis non ha avuto una monoposto con cui mostrare il suo valore. Li considero allo stesso altissimo livello, ma se si sposta lo sguardo avanti di 5 anni Lewis magari non sarà ancora al volante mentre Verstappen sì. Quindi, se dirigessi un team, dovrei prendere il più giovane", ha risposto Berger quando i colleghi della Rosea gli hanno chiesto se «ora come ora» Supermax rappresenti un pilota superiore al britannico.
Riguardo la "sorpresa del 2023", invece, l'austriaco si è detto curioso di capire quali saranno gli equilibri interni di Ferrari, Mercedes e McLaran, soffermandosi anche sull'approdo di Alonso in Aston Martin:
"Mi incuriosisce scoprire se Sainz può destabilizzare Leclerc, se Russell può fare lo stesso con Hamilton, e alla fine misurare Norris alle prese con Piastri in McLaren: Lando ha un nuovo compagno che tutti ritengono molto rapido. Vedremo se sarà così o se invece Norris gli farà vedere cosa sia la vera velocità. Poi all’altro estremo, come età, c’è Alonso: sono suo tifoso perché so cosa significa cercare di essere competitivo a 40 anni. L’avrei messo nella stessa categoria di Hamilton eVerstappen se avesse fatto le mosse giuste, avrebbe vinto più Mondiali. Lawrence Stroll è stato intelligente a prenderlo all’Aston Martin, la farà crescere".
"Vorrei tanto vedere una F1 in cui la domenica possono vincere diverse squadre, non solo quando piove o nascono situazioni eccezionali. Un buon Mondiale dovrebbe vedere cinque team in lotta per il titolo", ha aggiunto.
La Formula 1 moderna è lontana anni luce da quella in cui Berger è stato protagonista. L'austriaco, però, alla domanda "come eravate lei, Senna, Prost e Mansell rispetto ai piloti attuali?", ci ha tenuto a precisare:
"I piloti da Mondiale di 30 o 20 anni fa lo sarebbero anche adesso e viceversa. Senna vincerebbe nel 2023, Hamilton avrebbe vinto nel 1990. I vincenti sono vincenti. La differenza è che ora possono contare su dati, telemetria, informazioni, mentre quando correvo io serviva il feeling con l’auto e come riuscivi a trasmettere il tutto
agli ingegneri. In più noi, sui circuiti, non avevamo le vie di fuga che esistono oggi e il rischio era molto maggiore. Anche per questo ci godevamo la vita. E chi correva prima di me se la godeva ancora di più, perché da un giorno
all’altro se ne poteva andare...".
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