Vasseur, 10 in comunicazione
Il maggior problema di Mattia Binotto - poi non parleremo più di lui, giurin giurella - consisteva nel modo in cui sistematicamente si incartava davanti alle telecamere quando era chiamato a spiegare cosa non avesse funzionato ...

02/03/2023 09:40:00 Tempo di lettura: 3 minuti

Il maggior problema di Mattia Binotto - poi non parleremo più di lui, giurin giurella - consisteva nel modo in cui sistematicamente si incartava davanti alle telecamere quando era chiamato a spiegare cosa non avesse funzionato a livello (soprattutto) strategico alla fine delle gare. 

Per giudicare l’operato di Frédéric Vasseur come Team Principal ovviamente dovremo attendere perlomeno mezzo Campionato del Mondo; una cosa però la possiamo già dire: davanti ai mezzi di comunicazione non adopera né una parola di più, né una di meno rispetto al dovuto. È una dote importante, in un ambiente come quello Ferrarista che è avvolto da una passione che spesso può diventare una morsa, soprattutto perché sempre soggetto all’altalena degli umori che ben conosciamo. 

Anche per la nazionalità, potrebbe venire facile l’accostamento a Jean Todt, il cui nome suscita memorie leggendarie; quest’ultimo però aveva una sottilissima vena di ironia, a volte sarcasmo, in più e con due parole sapeva essere velenoso. Vasseur riesce sempre a essere essenziale e, dote molto politica, quando deve dire dice, quando non vuol dire fa in modo di non dire. Da gestore di uomini, non solo piloti, quale è sempre stato, questa è una dote fondamentale soprattutto quando, all’occorrenza, c’è da proteggere il lavoro del team dalle pressioni esterne. 

Siccome la Formula Uno vive un’era di protagonismo distribuito anche ai muretti, nel bene e nel male, ormai le star non sono più soltanto i piloti, anzi questi a volte lasciano la scena, letteralmente, ai team principal o, se preferite, sono i team principal che la strappano ai piloti, Toto Wolff in testa: non è una critica, è un dato di fatto, un segno dei tempi.

Ecco, anche da questo punto di vista la Ferrari può inaugurare una nuova epoca e intraprendere un differente “senso di marcia”, con un profilo comunicativo che non cavalca gli umori, né si fa condizionare da essi. Francamente, potrebbe già vincere il Mondiale dello stile, il Cavallino, se facciamo il paragone con le strategie comunicative della Mercedes, con Wolff che come un principe feudale teutonico sovrintende a controllare e orientare ogni parola che esca dal team in modo da spiegare la realtà sempre e solo come conviene alla Mercedes stessa e la coppia Horner - Marko che, come si dice a Napoli, sono i re del “Chiagne e fotte”. 

Foto it.motorsport.com

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