In Ferrari, per gestire un inizio di stagione quasi tragicomico, sarebbero occorsi tutta una serie di comportamenti che sono l’esatto contrario di quelli adottati in questi giorni: ponderazione, resistenza agli umori del momento, chiusura ermetica nei confronti di voci, illazioni, polemiche…continuiamo? Meglio di no vero?
A livello comunicativo la saggezza che ha ispirato - perlomeno secondo il parere di chi scrive - le prime uscite di Vasseur, non ha trovato alcun riscontro in nessun’altra componente del mondo ferrarista: troppi spifferi, voci incontrollate (o fatte uscire ad arte?), interpretazioni degli umori di una serie di figure chiave, a cominciare da Charles Leclerc, ipotesi di resa dopo una sola gara, peraltro sul tracciato forse meno indicativo per “pesare” realmente il valore di una monoposto.
Se la sensazione di sfiducia è già così diffusa, fino a risultare capillare, dovremmo smetterla di puntare il dito contro i Mekies, finché resterà, o i Ravin Jain che con questo clima potrebbe tranquillamente finire sotto accusa dopo Jedda, pur se appena arrivato. Del resto, la vicenda di David Sanchez, dopo un decennio di Ferrari, è l’ultima in ordine cronologico a offrire uno spunto di riflessione. Tutta questa gente va via, accompagnata alla porta o meno, con la certezza che porterà segreti di sviluppo da qualche altra parte. Dovrebbe far riflettere. Così come dovrebbe apparire ora evidente che non era poi così sensato cambiare Team Principal nel bel mezzo dello sviluppo di una vettura da far evolvere e da non stravolgere, complici gli obblighi regolamentari, per poi assistere a una serie di avvicendamenti a Campionato del mondo iniziato.
Possibile che questa monoposto sia già da buttare? No, non è possibile, non è realistico. Possibile che determinate problematiche non siano state perlomeno ipotizzate nei mesi passati e che ci si sia basati quasi soltanto sul simulatore? Non è verosimile.
Dunque, qual è il problema, in una realtà in cui non mancano i capitali ma si moltiplicano le incertezze sul materiale umano a disposizione?
Forse è giunto il momento, in ogni caso troppo tardi, di bussare alla porta di Elkann e Vigna per sentire che spiegazioni hanno da dare, visto che non sembrano intenzionati a chiederne. Binotto ormai non c’è più ma noi ancora “dobbiamo capire”.
Foto www.ilmessaggero.it, amp.marca.com, f1i.com
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