"Metti un giorno a pranzo con Leclerc e Sainz", titola Leo Turrini il suo nuovo pezzo pubblicato su quotidiano.net. Il noto scrittore, nonché giornalista esperto di Formula 1, racconta di essersi recato a pranzo, come spesso capita, al ristorante Montana, il cosiddetto tempio gastronomico della Rossa.
"A volte la vita è divertente. Anche per un Ferrarista affranto come me.[...] Non appena un commensale complottando auspica Piastri al posto di Sainz, arriva Carlitos al ristorante. Tutti, per primo il complottando!, si zerbinano davanti allo spagnolo", rivela il giornalista. Poi aggiunge: "Dopo di che un altro commensale non nasconde i suoi dubbi su Leclerc. A quel punto al Montana entra Carletto. Delirio planetario. E siamo reduci da un sesto e settimo posto a Gedda!".
Con la sua genialità, Turrini introduce gli argomenti che intende trattare chiedendosi: "Che titolo metto? Meglio “La Villa dei 15 cani per Adrian Newey”, o “Grande Kasino” di laudiana memoria?". Opta per il secondo ricordando le parole del compianto campione austriaco "nel descrivere certi contesti ferraristi che paiono storicamente e ciclicamente riproporsi".
Quindi si sofferma sulla situazione in casa Ferrari: "Si fa presto a cadere nel vittimismo e nei capri espiatori, modelli culturali che il nostro paese conosce benissimo. Diciamo così. In sostanza il dopo Montezemolo è ancora alla ricerca di una guida profetica e salvifica"
Secondo Turrini, il Cavallino dovrebbe trovare precisamente "un condottiero di comprovata fede Rossa". Missione tutt'altro che facile: "Insomma si fa fatica a tracciare un simile identikit in questi tempi grami. Puoi vivere di ricordi ma non nel rimpianto. L’unica lezione possibile, per non ripetere gli stessi errori".
La certezza, però, è che il successo non si ottiene da un giorno all'altro, come dimostrano anche gli anni iniziali del ciclo Jean Todt, per fare un esempio lampante. "Ci vuole tempo per tornare a essere vincenti", conferma Turrini. "Il male di un’epoca in cui gli errori di programmazione si pagano ancora più caramente. Banalmente intuisco che le vere superstar di questa F1 così sfavillante, complessa e audace siano i tecnici col loro operato. [...] La vera competizione nasce qui, tra le menti che generano le monoposto. E penso sempre alla villa che Newey non abbia trovato per i suoi 15 cani, condizione imprescindibile per venire a lavorare a Maranello".
Quindi Turrini torna a soffermarsi sulla figura che servirebbe alla Ferrari e che, a sua detta, Vasseur starebbe cercando: "Ross Brawn indispensabile. Figura fondamentale nel tenere a bada le diatribe tra le diverse anime del reparto corse. Cinque titoli mondiali consecutivi a prova di rompicoglioni. Altrimenti fuori dalla porta. Ecco come funzionava con Mr. Banana. In sostanza Vasseur sta cercando quello. Il nuovo Brawn. Ma tutto questo richiede tempo, dicevamo".
"Poi è vero, anche l’anima vuole la sua parte. Un popolo sofferente chiede luce per vedere, aria per respirare. Anche solo per immaginare un mondo diverso da quello attuale", sottolinea il giornalista. Che in seguito si chiede: "Riconfermereste Sainz? La domanda parte come un tribale tam tam lungo la tavolata. Una boutade tra il serio e il faceto ovviamente, perché il problema (adesso) non sono certamente i piloti. Qualcuno accenna al nome di Norris. Qualcuno patteggia per lo spagnolo. Qualcun altro tra gramigna e lasagne espone le sue perplessità all’odor di lambrusco".
Dopodiché Turrini conclude il suo pezzo raccontando di foto e sorrisi nel "Grande Kasino" che contrassegna l'attesa di una Rossa vincente: "Prendo la macchina e me ne vado. Ho la fortuna di vedere Adami salutare Sainz con un sorriso. Chissà con quale collega dovrà litigare oggi. Gianluca intanto litiga con lo Stelvio di Shwartzman che ha parcheggiato in doppia fila davanti alla sua macchina. Grande Kasino. Niki aveva ragione. Può essere che oggi sia la stessa cosa. Da un parcheggio in doppia fila, fino a una Rossa. Nuovamente iridata".
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