Il clima in casa Ferrari dopo il Gran Premio di Arabia Saudita non era dei migliori, complice una gara ben al di sotto delle aspettative.
Era difficile per i piloti e il team principal essere positivi dopo il sesto e settimo posto conquistati. C'è ancora del lavoro da fare per comprendere bene la vettura, e sarà Melbourne la cartina tornasole. Dopo la gara in Australia, infatti, ci sarà il primo break stagionale di tre settimane, dove si dovrà decidere che percorso seguire e che filosofia applicare per i prossimi sviluppi.
Da Maranello non ci si aspetta un cambiamento radicale come in casa Mercedes, dato che il potenziale della SF-23 è un grande punto interrogativo. Dalle notizie che trapelavano in inverno doveva essere la vettura più veloce mai vista, e invece al momento sembra non sapersi esprimere al meglio.
Il problema che ha assillato Ferrari durante il primo weekend di gara è stata la gestione gomme, e ciò si è visto pure a Jeddah. Lo stesso Vasseur ha dichiarato che lo stint sulle soft e sulle medie non è stato male, ma il ritmo è crollato con le hard, a causa forse di un problema con le condizioni di pista o di temperatura.
L'errore della Ferrari a Jeddah
Problema che forse si è presentato perchè la squadra di Maranello si è concentrata molto durante il weekend sulla gestione degli pneumatici più morbidi, mettendo a punto un assetto buono per quelle mescole e sacrificando invece le gomme dure. Infatti, soft e medie avevano performance simili, mentre la Ferrari con la C2 perdeva otto decimi al giro.
Un errore di valutazione in casa Ferrari, poichè la decisione di set-up è stata fatta osservando la performance delle mescole dure in FP1, l'unico momento in cui è stata utilizzata. In quella occasione, però, la pista era di undici gradi più calda rispetto alla gara.
Una decisione presa male, quindi, che si è unita ai problemi già riscontrati nel weekend a Sahkir per rendere disastroso il weekend di gara della Rossa.
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