Quella vista in Spagna è stata una Ferrari molto al di sotto delle aspettative. Ma soprattutto è stata una Ferrari che non lascia intravedere grandi cose per il prosieguo di campionato. È doveroso sottolinearlo, nonostante si cerchi sempre di guardare al futuro con una punta di ottimismo.
Il weekend di Barcellona ci ha raccontato chiaramente che gli - attesissimi - aggiornamenti portati in pista dal Cavallino non hanno funzionato, con Carlos Sainz e Charles Leclerc costretti ad una gara di sofferenza, terminata rispettivamente al quinto e all'undicesimo posto. Il passo non c'era, come negli altri sei appuntamenti del mondiale fin qui disputati.
Dunque: nuova vettura, stessi problemi, e stesse dichiarazioni dei protagonisti a fine Gran Premio. Una situazione che ha analizzato Giorgio Terruzzi nel suo consueto commento del lunedì sull'edizione cartacea de Il Corriere della Sera.
"I correttivi non hanno funzionato. È una evidenza fornita dalla pista, dall’entità dei distacchi rimediati da Sainz, retrocesso dalla prima fila al quinto posto; dall’impotenza mostrata da Leclerc nel cercare una rimonta minima ai danni di avversari modesti", esordisce Terruzzi nella sua analisi per il noto quotidiano. Poi aggiunge: "Serve tempo? Bene, bastava dirlo, invece di trattare l’esito delle qualifiche come sintomo di una ripresa che la gara ha mostrato inconsistente".
La Ferrari aveva proposto lo stesso atteggiamento a Monaco, con proclami di Pole e vittore che poi si sono rivelati tutt'altro che realistici. "Previsioni destinate a generare delusioni, evitabili dato l’andazzo del Mondiale, di una macchina che non perde i propri vizi. Ciò che disorienta, parallelamente ai risultati, sono le parole. Quelle che ripetono dopo ogni corsa i piloti, mentre cercano, senza esito, di trovare verbi e aggettivi utili a spiegare ciò che pare inspiegabile", sottolinea il giornalista, che quindi si sofferma su Vasseur mostrandosi abbastanza critico: "Ostenta sorrisi e leggerezza. Il fatto è che le sue frasi a proposito di una macchina dotata di «buon potenziale», ribadite anche ieri, sono identiche a quelle che qualunque appassionato, a furia di ascoltarle, pronuncia al bar".
Terruzzi, in seguito, esprime una «doppia perplessità»: "Non c’è verso di osservare una crescita tecnica in pista e, nel contempo, sembra non ci sia modo di comprendere le ragioni che determinano questo stallo. Il tema è tecnico. Eppure, i tecnici tacciono, di tecnica nessuno parla, mai una argomentazione nel merito, a costo di esporre ardue complessità. Pertinenti e, alla fine, esaurienti". Quindi snocciola il concetto ricorrendo a un paragone: "È un po’ come se un medico parlasse di un malessere usando termini simili a quelli utilizzati dal paziente".
Infine conclude scrivendo: "Fiducia? Mica tanta. Pensando alla qualità della diagnosi, all’efficacia della terapia, a come guarire. Presto e bene, possibilmente".
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Foto copertina Facebook Terruzzi
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