Realismo e trasparenza: la rinascita della Rossa sarà lunga
Purtroppo la storia della Formula 1 non è ricca di repentini cambi di passo e ipotizzare una Ferrari vincente nel 2024 è pura disinformazione.

10/08/2023 07:40:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Quando il presente riserva più amarezze che gioie fantasticare su un futuro roseo è la scorciatoia più rapida per cicatrizzare rapidamente le ferite. Anche da questo punto di vista la Scuderia Ferrari è unica perché nonostante non replichi in pista quasi mai gli obiettivi della vigilia non smette di infondere speranze nei propri fan. Purtroppo la storia della Formula 1 non è ricca di repentini cambi di passo e ipotizzare una Ferrari vincente nel 2024 è pura disinformazione.

Gli uomini di Maranello hanno creduto per molto (troppo) tempo nel proprio concetto aerodinamico introdotto con la F1-75. Il cambio di direzione avvenuto nel gran premio di Spagna è stato il primo dei numerosi correttivi alla SF-23, che è a tutti gli effetti una monoposto laboratorio. 

Realismo e trasparenza: la rinascita della Rossa sarà lungaSF-23 “Evo” che ha debuttato in Spagna – Credit: © Albert Fabrega

 

Una vettura concepita in base a razionali che sono stati resettati dalla direttiva tecnica 039 e che ora cerca di sposare le linee guida della Red Bull. Un progetto ibrido che dovrà essere completamente rivisto in chiave 2024. Purtroppo l’aerodinamica non è una cover di uno smartphone ma la componente di un sistema complesso che comprende telaio, sistema sospensivo e molto altro ancora che deve lavorare in simbiosi. Last but not least, il gruppo di lavoro che concepirà il progetto 676 è il medesimo che ha progettato la monoposto di questa stagione rimaneggiato dalle defezioni di chi ha preferito avere maggiore sorte nella concorrenza come l’ex capo degli aerodinamici David Sanchez, accasatosi in McLaren.

Mentre Ferrari naviga a vista, Red Bull per stessa ammissione di Christian Horner ha annunciato il “freeze” allo sviluppo della RB19 per dedicarsi al progetto della prossima stagione. Una dimostrazione di forza di chi ha contezza di poter dominare fino al termine della stagione senza apportare alcuna modifica al progetto 2023 fino a novembre. 

Realismo e trasparenza: la rinascita della Rossa sarà lunga

Cristian Horner e Helmut Marko festeggiano la vittoria di Verstappen in Ungheria

 

Probabilmente la concorrenza potrà recuperare terreno sulla monoposto di Milton Keynes continuando a sviluppare i rispettivi progetti. Una tattica simile a quella messa in pratica lo scorso anno, quando la doppietta Mercedes ad Interlagos illuse il team anglotedesco di aver pareggiato le prestazioni della RB18 attraverso l’ostinata fede nel concet zero-sidepods. Tranello che è diventato chiaro nei test invernali in Bahrain in cui la Mercedes W14 accusava il medesimo distacco della W13”B” nei confronti degli acerrimi rivali della Red Bull Racing.

Per la rossa l’ultimo stint della stagione servirà a fornire feedback al progetto 676. Gli uomini di Maranello sono alla disperata ricerca di un equilibrio prestazionale che non dipenda dalla geometria del circuito e sulla gestione dei pneumatici sulla distanza di gara. Vasseur, nel mentre, è impegnato a ricostruire l’organizzazione interna del reparto corse: "Bisogna sempre migliorare e cambiare sempre le cose. Se rimani con la stessa struttura per due anni di fila sei morto, perché tutti gli altri miglioreranno. Significa che non ho un quadro chiaro che mi permetta di dire che devo fare questo, e basta, e che funzionerà. Sarebbe stupido. Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, nei prossimi anni faremo dei cambiamenti, perché alcuni argomenti sono più lunghi di altri. Ma è un'evoluzione e un miglioramento permanente".

Una volta a Maranello esisteva la stabilità dinamica, termine coniato dal presidente Luca di Montezemolo. Una continuità garantita dalla presenza di manager di assoluto valore come Ross Brawn, Rory Byrne, James Allison, Aldo Costa che non precludeva l’insourcing di tecnici di pari livello. Ad oggi si fa fatica a individuare una figura dello stesso spessore nell’attuale organico della rossa. Un gruppo di lavoro che dopo tanti anni ha dimostrato le proprie virtù (poche) e le proprie debolezze. Come chiedere a una collaudata squadra di Seria A da metà classifica di vincere lo scudetto.

Pertanto molto meglio essere realisti e non dispensare ipotesi inverosimili. La rincorsa al vertice del Cavallino Rampante sarà lunga e non potrà prescindere da profili top che al momento la GES non annovera.

Foto copertina www.ferrari.com


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