Grande divertimento, al massimo grado delle possibilità attuali. Bloccaggi, battistrada appiccicato all’asfalto, duelli duri ma corretti, tutti quanti, a cominciare da quello in testa nei primi quindici giri, tra un Sainz al massimo delle possibilità e della potenza motoristica e il solito Verstappen, che ha dovuto sudare e aspettare un poco di più per venir fuori come al solito.
Capitolo Ferrari: oggi seconda forza indisturbata, diremmo anche per distacco. Cavalli e basso carico aerodinamico, soste che non hanno fatto danni, anzi; due piloti propensi entrambi a interpretare i vari momenti della corsa. Il via libera al duello, incerto fino alla fine e terminato con un bloccaggio in più di Leclerc rispetto al compagno, è stato interpretato da entrambi con il tempismo perfetto e nella maniera più giusta in assoluto, sempre al limite del contatto ma sempre, come dicevamo, nell’alveo del rispetto tra compagni di scuderia e per il team. Ora serve la conferma della continuità, per una SF-23 che quantomeno, non potendo acciuffare la Red Bull in tempi medi, deve fare il massimo per staccare la concorrenza alle sue spalle, magari vincendo una gara, da qui al termine del Mindiale. Una, che in un’annata così vorrebbe dire tanto.
Norris - Albon lì dietro avrebbero meritato inquadrature fisse per più giri, perché entrambi ci hanno messo tanto cuore, indipendentemente dall’ordine di arrivo: dal fattore umano può arrivare il riscatto di una Formula Uno che però deve ancora capire che se vuole accentrare l’interesse e guadagnarci sopra, deve tornare a dare centralità alle sue “cattedrali” storiche, non andare alla ricerca di introiti in mezzo ai cammelli. Ma ne riparleremo .
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