La crescita prestazionale della McLaren nella seconda parte della stagione è stata talmente sorprendente da spiazzare la concorrenza. Dal gran premio di Spagna il team di Woking ha cambiato passo, progredendo in modo esponenziale rispetto ad un inizio di stagione da incubo. Le dimissioni di Andreas Seidl a dicembre della scorsa stagione, potevano destabilizzare l’ambiente all’interno della scuderia inglese. Con una mossa tutt’altro che scontata Zak Brown (CEO McLaren, nda) ha nominato al timone del team Andrea Stella ingegnere italiano approdato in McLaren insieme a Fernando Alonso. Stella è stato l'ingegnere di pista di Michael Schumacher, Kimi Râikkônen e del pilota di Oviedo in Ferrari che ha poi seguito alla fine del 2014.
Il dirigente italiano ha sempre evitato le luci della ribalta e all’improvviso gli è stato chiesto di guidare uno le squadre più iconiche della categoria. Ma Brown non ha avuto tentennamenti. Tutte le personalità che hanno collaborato con l’ingegnere di Orvieto ne hanno apprezzato la personalità, l’intelligenza, e lo spirito critico. In sostanza tutte le doti necessarie per gestire un team di Formula 1.
Stella, Norris, Piastri e Brown celebrano il doppio podio nel GP del Giappone – Credit: McLaren Racing Media Center
Recentemente Brown ha i motivi alla base della promozione a team principal di Stella: "Perché Andrea? È un gran lavoratore. È molto impegnato con la squadra. La sua presenza in fabbrica. È un grande comunicatore. È un grande ascoltatore. Lui è molto duro, ma molto preoccupato per il benessere della squadra. Un ragazzo disposto a promuovere una cultura della performance”.
Il CEO della McLaren ha chiesto a Stella di individuare le ragioni degli insuccessi della passata stagione e dopo alcune settimane di studio è emerso che McLaren non impiegava in modo adeguato le migliori risorse. Anche se in apparenza il manager italiano sembra una persona schiva ed introversa è riuscito a riorganizzare la scuderia secondo la sua vision mettendo a repentaglio la propria carriera in Formula 1. La poca esperienza nel massimo ruolo di responsabilità all’interno di un team poteva bruciarlo soprattutto dopo un inizio di stagione 2023 molto deludente. Fortunatamente il tempo gli ha dato ragione: "Conosco la squadra e le risorse che abbiamo a disposizione, quindi la prima domanda che mi sono posto è stata come utilizzare al meglio tali incredibili potenzialità? Immediatamente ho riflettuto su come ottenere il massimo da 750 persone iniziando a coinvolgere le persone che potevano supportarmi in questo processo”.
Tale assessment ha consentito a Stella e al management della McLaren di deliberare una profonda ristrutturazione del team tecnico. L'ex direttore tecnico del team di Woking, James Key , inizialmente coinvolto in questo processo di riorganizzazione, aveva individuato nel ritmo di sviluppo una delle criticità, fattore che non consentiva alle monoposto color papaya di competere ai massimi livelli. L’ex ingegnere di pista di Alonso ha sintetizzato i driver della riorganizzazione del team: “Qual è la cosa più importante in Formula 1? L'aerodinamica. Il comparto aerodinamico deve essere guidato dal profilo più competente dal punto di vista tecnico e di coordinamento. Questa persona l’avevamo già in casa (Peter Prodromou, nda).
Peter Prodromou, chief designer della McLaren – Credit: McLaren Racing Media Center
Poi abbiamo pensato alla rivoluzione regolamentare del 2026. Era necessaria una figura completamente concentrata su questo task che pensasse notte e giorno al concetto e alla valutazione delle prestazioni. Così abbiamo pensato: chi è il tecnico migliore dal punto di vista concettuale? Nei periodi di cambiamenti regolamentari, entrambe le volte la Ferrari aveva la macchina migliore (2017 e 2022, nda), quindi abbiamo scelto David Sanchez.”
David Sanchez ex head of veichle concept della Scuderia Ferrari
Per quanto concerne la guida dell’area di engineering e design in primo momento la scelta era ricaduta su Neil Houldley, tenico già presente nel team, successivamente è stato ingaggiato Rob Marshall, proveniente da Red Bull che sarà operativo da gennaio 2024. Idee chiare e organizzazione snella sembrano essere la chiave del risorgimento McLaren. E’motivo di orgoglio che a gestire il ritorno del team di Woking ai livelli che gli competono sia un ingegnere italiano ma al tempo stesso aumenta il rimpianto di constatare che per l’ennesima volta le doti di un ex manager della Scuderia Ferrari vengano esaltate solo quando questi operano lontano da Maranello. Troppi casi per essere una coincidenza.
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