È notte fonda in quel di Las Vegas: i soli otto minuti di FP1 interrotti da un tombino malmesso, che ha messo ko la monoposto di Carlos Sainz, hanno lasciato strascichi che faranno discutere a lungo. L’impatto, avvenuto sul tratto della Strip a più di 300 km/h, ha costretto i meccanici della Ferrari agli straordinari. Gli uomini in rosso hanno dovuto sostituire gran parte dei componenti della SF-23 numero 55: Power Unit, telaio e batteria. Non solo, poichè anche il sedile e il volante del pilota spagnolo hanno riportato delle crepe a causa del forza sprigionata dall'urto.
Nonostante il super lavoro dei meccanici che hanno ricostruito la vettura in tempo record per permettere a Sainz di prendere parte alla seconda sessione di libere, il weekend dell’ex McLaren si preannuncia comunque in salita. Il motivo è presto detto: se per tutti gli altri elementi sostituiti la penalità è stata scongiurata, non si può tuttavia affermare lo stesso per quel che concerne la batteria. Quest’ultima è infatti giunta alla terza unità contro le due previste dal Regolamento, il che obbligherà il nativo di Madrid a scontare una sanzione di 10 posizioni sulla griglia di partenza.
La Federazione ha quindi deciso di far comunque fede alla normativa, negando la richiesta di deroga presentata da Ferrari per "cause di forza maggiore" non controllabili da team e pilota. Non si può certo affermare che il Cavallino Rampante abbia accolto la decisione senza frustrazione tanto che, secondo alcuni rumors, avrebbe addirittura "minacciato" di ritirare entrambe le monoposto dal Gran Premio di domenica (sabato sera a Las Vegas).
Nonostante il super lavoro dei meccanici che hanno ricostruito la vettura in tempo record per permettere a Sainz di prendere parte alla seconda sessione di libere, il weekend dell’ex McLaren si preannuncia comunque in salita. Il motivo è presto detto: se per tutti gli altri elementi sostituiti la penalità è stata scongiurata, non si può tuttavia affermare lo stesso per quel che concerne la batteria. Quest’ultima è infatti giunta alla terza unità contro le due previste dal Regolamento, il che obbligherà il nativo di Madrid a scontare una sanzione di 10 posizioni sulla griglia di partenza.
La Federazione ha quindi deciso di far comunque fede alla normativa, negando la richiesta di deroga presentata da Ferrari per ">
Ancor prima dell’ardua sentenza della FIA, il Team Principal della Scuderia di Maranello aveva espresso tutta la sua frustrazione ai media: "Abbiamo danneggiato completamente il telaio, il motore e la batteria. Penso che sia semplicemente inaccettabile". A rispondergli a tono ci ha pensato Toto Wolff: "Sono cose che capitano, era solo un tombino. Quanto accaduto non rappresenta una macchia indelebile". Il boss della Mercedes è quindi andato contro corrente, al contrario degli altri colleghi che hanno mostrato solidarietà a Vasseur. Solidarietà che le squadre hanno poi confermato votando favorevolmente alla concessione di una deroga a Ferrari. Tutte, tranne Mercedes. La squadra della Stella a Tre Punte, chiaramente, non vuole che vengano concessi vantaggi al team con cui si sta contendendo la seconda posizione in classifica Costruttori.
Nonostante ciò, il team di Brackley ha negato l’esistenza di una votazione, anche se le parole di Zak Brown, CEO di McLaren, fanno pensare l'opposto: "Sappiamo degli interessi personali in Formula 1, ma penso che si debba usare anche buon senso. È stato un incidente sfortunato e ingiusto. Non so chi si sia opposto, probabilmente qualcuno che non era d’accordo con loro".
Se si sfogliano le numerose pagine del Regolamento Sportivo la ragione verte dalla parte di Mercedes, in quanto non esiste alcun articolo che faccia riferimento nè alla possibilità di consulto con le altre squadre, nè tantomeno alla concessione di deroghe che vadano a scongiurare una possibile penalità. Da qui il comunicato emesso dagli Stewards, in cui si spiegano le ragioni che hanno portato ad infliggere le 10 posizioni previste a Carlos Sainz: "Nonostante il danno sia stato causato da circostanze esterne altamente insolite, l’articolo 2.1 del Regolamento Sportivo della Formula 1 obbliga tutti gli ufficiali di gara (compresi i Commissari Sportivi) ad applicare i regolamenti così come sono scritti".
Il rischio sarebbe stato sicuramente quello di creare un precedente, anche se non è necessario scavare così tanto indietro nel tempo per trovare un episodio più o meno analogo. Nel corso di questa stagione, precisamente a Zandvoort, la Federazione aveva deciso di fare uno strappo alla regola consentendo a tutti i piloti di prendere il via della gara alle spalle della Safety Car con mescola intermedia, anziché Full Wet come recita la normativa. Una modifica adottata per ragioni di sicurezza, data la particolare condizione del tracciato olandese. La domanda a questo punto sorge spontanea: come mai in questo caso si è voluto comunque procedere all’applicazione della sanzione nonostante i danni accusati dalla SF-23 siano stati causati da condizioni di pista non sicure?
Al termine della lunga giornata in Nevada lo spagnolo ha commentato l'accaduto: "L’incidente ha danneggiato gran parte della vettura. Persino il mio sedile ha subito danni". Inevitabile un commento sulla penalità che sarà chiamato a scontare: "Al termine della sessione mi hanno comunicato che avrei preso 10 posizioni in griglia per qualcosa di cui io e il team non abbiamo colpa". Sul finire dell’intervista, Sainz non ha nascosto la sua delusione per quanto accaduto, non risparmiando una velata critica alla Formula 1: "Potete ovviamente immaginare quanto io sia deluso e incredulo per la situazione. Quello che è successo oggi è un chiaro esempio di come questo sport debba migliorare sotto tanti aspetti. In qualche modo c’è sempre chi ha la possibilità di peggiorare la situazione e in questo caso sono io a pagarne le conseguenze".
Forse ci penserà il buon ritmo mostrato dal Cavallino Rampante a far tornare almeno un accenno di sorriso sul volto di Sainz, il quale potrà comunque contare su un layout di pista che strizza di buon grado l’occhio ai sorpassi per provare a risalire la china il più velocemente possibile nel corso dei 50 giri previsti.
"Il 99% è spettacolo, l’1% sport". Non aveva forse tutti i torti Max Verstappen che alla vigilia del weekend americano si era espresso così, sottolineando l’eccessiva importanza che secondo lui la massima serie ha dato al contorno rispetto all’azione in pista. A Las Vegas è sì uscito il rosso, ma quello della bandiera che ha messo fine (dopo meno di dieci minuti) alla prima sessione di prove libere a causa di un tracciato che non si è rivelato all’altezza delle aspettative. Una situazione surreale se si pensa al mezzo miliardo di dollari investito da Liberty Media che, per l’occasione, ha persino deciso di fungere da promoter dell’evento.
A tutto ciò si vanno ad aggiungere anche le parole di Toto Wolff che non devono assolutamente passare in sordina. È vero sì che un disagio del genere si era già verificato in passato (l'ultimo a Baku nel 2019 con protagonista la Williams dell'allora rookie George Russell), ma se fosse capitato a Mercedes saremmo qui a commentare le stesse parole? Lecito domandarselo.
Sta di fatto che ora Ferrari si ritrova con mezza monoposto che difficilmente potrà essere recuperata, con i danni che ammonterebbero a circa un milione di euro. Lo spagnolo si trova comunque in buona compagnia, dal momento che anche Esteban Ocon e Zhou Guanyu hanno dovuto fare i conti rispettivamente con telaio e fondo danneggiati sempre a causa del passaggio sul tombino incriminato. Insomma, non proprio il massimo in epoca di budget cap.
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