Quando Enzo Ferrari minacciò di lasciare la F1
27/12/2023 10:30:00 Tempo di lettura: 6 minuti

"La Ferrari lascia la Formula 1". Questa notizia sarebbe potuta essere su tutti i giornali italiani di 37 anni fa, e avrebbe potuto deciderlo Enzo Ferrari in persona.

Per quanto possa sembrare assurdo, l'era di Schumacher in Rosso non sarebbe mai esistita e la squadra di Maranello non avrebbe il merito di essere la più vincente della storia.

Il 1986: l'anno della discordia?

Ci troviamo nel 1986. La Formula 1 è in piena epoca turbo, ma vive un periodo di alta tensione tra la FISA (l'attuale FIA) e la FOCA, l'Assocazione dei Costruttori di Formula Uno voluta da Bernie Ecclestone.

Grazie al patto della concordia firmato nel 1981, infatti, la FISA si occupava dei regolamenti tecnici e sportivi, mentre la FOCA garantiva un maggior compenso pecunario alle squadre e gestiva il lato commerciale dello sport.

Per la stagione 1987, la FISA comunica una decisione drastica: l'abolizione dell'uso dei motori turbo. Secondo alcuni è proprio da questa scelta che iniziano i primi malcontenti tra Enzo Ferrari e la Federazione.

Rischio scissione, la Ferrari si tutela

Vi era il rischio concreto che la FISA e la FOCA si dividessero per amministrare due campionati differenti, creando una "Formula 1 alternativa"; e sarebbe stato un vero e proprio disastro, anche per la Ferrari.

Per questo motivo la Rossa inizia lo sviluppo della Ferrari 637, una vettura che sarebbe stata pronta a competere (e vincere) nella CART, ovvero la massima serie americana dell'epoca.

Quando Enzo Ferrari minacciò di lasciare la F1

Secondo altre fonti, invece, Enzo Ferrari avrebbe lanciato un ultimatum alla F1 nel 1983: "Se il campionato si divide, la Ferrari va a correre in America".

Di conseguenza lo sviluppo della monoposto 637 sarebbe iniziato nello stesso anno, proprio per far capire alle istituzioni che la scuderia di Maranello faceva sul serio.

Un ricatto? Sicuramente una mossa tanto azzardata, quanto dimostrazione di una grandissima forza politica del marchio Ferrari, che aveva un valore inestimabile per lo sport.

Il bluff di Enzo Ferrari

Ma la vera domanda da porsi è la seguente: Enzo Ferrari stava bluffando o aveva effettivamente intenzione di andare a corre in America?

La risposta è alquanto semplice. Il direttore sportivo Marco Piccinini viene inviato "in missione" negli Stati Uniti con il solo obiettivo di pianificare il futuro a stelle e strisce della Rossa.

La Ferrari, infatti, aveva capito che per avere successo sin dall'inizio era necessario affidarsi a un team esistente. Proprio per questo trova un accordo con il team True Sports, per cui correva il vincitore della 500 miglia di Indianapolis del 1986: Bobby Rahal.

Nel mese di settembre dello stesso anno la 637 è pronta per essere collaudata in pista. Soltanto quando i test vengono affidati a Michele Alboreto la FISA capisce che Enzo Ferrari non stava bluffando.

All'improvviso la Federazione capisce che è sul punto di perdere il marchio più iconico e rappresentativo nella storia della F1.

Viene, dunque, organizzato un incontro con Enzo Ferrari a Maranello; al termine del quale le parti siglano un secondo patto della concordia.

Le condizioni dell'accordo, dettate dal fondatore della Rossa, erano le seguenti: motori turbo aboliti solo a partire dal 1989, per essere sostituiti rigorosamente da motori aspirati a 12 cilindri, non più 8.

Questa è la storia di come un solo uomo è riuscito a cambiare il regolamento tecnico e, in un certo senso, salvare la Formula 1 dalla possibile spaccatura tra FISA e FOCA, che avrebbe portato a due campionati diversi.

Senza questa mossa geniale di Enzo Ferrari, probabilmente la Rossa oggi non correrebbe più in F1, ma quest'ultima non sarebbe lo sport che tutti noi conosciamo.

Quando Enzo Ferrari minacciò di lasciare la F1

Il retroscena

Infine, Piero Ferrari ha rivelato che i famosi test di Michele Alboreto sulla Ferrari 637 in realtà non sono mai stati effettuati.

"Ci fu la messa in moto del motore nel piazzale di Fiorano, a testimoniare che la vettura era marciante, ma non è mai andata in pista", ha affermato il figlio del fondatore della Rossa. 

Queste parole rendono il piano di Enzo Ferrari ancor più geniale. Un piano che, come detto in precedenza, ha salvato la Formula 1 e la Ferrari, così come le conosciamo al giorno d'oggi.

 

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Foto copertina gphirek.origo.hu

Foto interna www.ferrari.com

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