La Ferrari è ben nota a tutti gli appassionati di F1 per il suo iconico colore Rosso, che caratterizza le vetture del Cavallino sin dall'inizio dell'arrivo nel mondo delle corse. Eppure questo colore è stato "abbandonato" per una gara...
Prima di iniziare il racconto è doveroso ricordare l'importanza dei colori nelle corse automobilistiche, a partire dalla Gordon Bennet Cup dei primi anni del '900.
La F1 neanche esisteva, a differenza della competizione appena citata, la quale era incentrata sui Paesi, un po' come i campionati mondiali di calcio.
Considerando, quindi, che ogni nazione correva l'una contro l'altra, si pensò di "dipingere" ogni macchina secondo il colore dello Stato che questa rappresentava.
La Francia si colorò di blu, l'Inghilterra di verde scuro e l'Italia di rosso, colore della FIAT 130 HP del 1907. Da lì in poi (fino a una rivoluzione, avvenuta nel 1968) il Tricolore nelle corse utilizza questo colore.

Per questo motivo Enzo Ferrari, che era molto legato al proprio Paese e a rappresentare la sua italianità in tutto il mondo, ha sempre dipinto le vetture del Cavallino di rosso; ma questa è un'altra storia.
Quella che stiamo per raccontarvi ha inizio nel 1963, quando la Ferrari presentò la 250 LM (macchina GT) a Parigi.

All'epoca, per ottenere l'omologazione della vettura nella categoria GT, ogni costruttore doveva aver costruito almeno 100 automobili.
I controlli a riguardo, però, sono sempre stati alquanto approssimativi e mai precisi nel conteggio delle macchine prodotte.
Nell'estate del 1964, viene inviato a Maranello un ispettore della FIA per verificare la produzione delle vetture e iscrivere la 250 LM al campionato GT.
Il conto si ferma a 37 macchine delle 100 richieste. Quando il controllore chiede a Enzo Ferrari di mostrare delle documentazioni che accertassero la progettazione delle restanti 63, egli risponde: "La vettura è costruita in serie e con tutta serietà".
I piani alti decidono, dopo diversi colloqui, di rifiutare l'omologazione della 250 LM. Il Cavallino si trova costretto a chiedere aiuto all'ACI (Automobile Club d'Italia), che però sostiene la Federazione, abbandonando la Ferrari a se stessa.
Enzo va su tutte le furie. Dopo il GP di Monza del '64, restituisce la tessera CSAI (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana) e quella ACI.
"Il Drake" non poteva sopportare il tradimento della propria nazione nel momento del bisogno. La Ferrari viene riscritta al campionato di Formula 1 sotto il nome di NART (North American Racing Team) di Luigi Chinetti, amico di lunga data.
Tornando al rapporto tra colorazione e Paese, gli Stati Uniti erano rappresentati da una base bianca con una striscia blu. La Ferrari viene, dunque, riverniciata di questi due colori per le ultime due gare della stagione 1964.

Al termine di quell'annata John Surtees, pilota del Cavallino, divenne il primo e unico campione del mondo nella storia della F1 al volante di una Ferrari non Rossa.
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