F1, Alonso non ci sta: «Tre giorni di test sono pochi, è ingiusto». E propone delle soluzioni
19/02/2024 07:30:00 Tempo di lettura: 5 minuti

È una questione che, ciclicamente, torna a far parlare e dibattere l'intero mondo della F1: la durata e la quantità di test a disposizione per team e piloti prima, e a volte anche durante, della stagione. Test che, è tendenza ormai consolidata, sono praticamente ridotti all'osso, dopo una lunga ed incessante riduzione partita anni fa, giustificata come riduzione dei costi.

Tornando indietro nel tempo, infatti, solo dieci anni fa, quando vennero introdotti i nuovi regolamenti tecnici, con le power init turbo-ibride, le scuderie avevano a ben dodici giorni di test prestagionali a disposizione, anche su due piste diverse (Jerez e Bahrain), per testare le nuove vetture prima che queste scendessero in pista e prendessero parte al nuovo mondiale. Un numero di giorni che, come detto, è andato via via in diminuzione con il passare del tempo, lasciando sempre più spazio ai simulatori e prove virtuali al posto della possibilità di testare fisicamente le monoposto.

Nel 2016 si è scesi da dodici ad otto giornate di test, sempre divise su due sessioni, mantenendo la configurazione fino alla fine dell'era covid, nel 2020. Dal 2021, quando le vetture non vennero praticamente sviluppate a causa dei danni economici per i team a seguito della pandemia, si stabilì che la necessità di testare le vetture era inferiore al passato e si decise di concedere solamente un'unica sessione di tre giorni in Bahrain, sulla stessa pista che, una settimana dopo, sarebbe stata la sede del GP di apertura della stagione.

Uno scenario che, da quel momento, è sempre stato adottato dalla Formula 1, con tre giorni a Sakhir prima dell'inizio del mondiale (con l'eccezione del 2022, quando è stata aggiunta in via eccezionale un'altra sessione a Barcellona per dare l'opportunità alle squadre di raccogliere aggiuntivi e risolvere i problemi di gioventù della nuova generazione di monoposto a effetto suolo), che è stato mantenuto anche 2023 e verrà confermato anche quest'anno.

Una drastica riduzione dei test che, negli anni, mai ha raccolto l'appoggio dei piloti, e di cuu ha recentemente parlato il pilota del team Aston Martin, Fernando Alonso, secondo cui questa è indubbiamente penalizzante per i piloti. Di fatto, potendo ogni squadra far girare solo una monoposto durante la sessione di test, il tempo a disposizione per ogni pilota viene dimezzato, passando da tre giorni ad un giorno e mezzo. Oggettivamente poco tempo per preparare una stagione lunga e che, in caso di problemi tecnici nelle tre mezze giornate a disposizione, si riduce oltremodo arrivando quasi a zero.

Una situazione poco gradita ad Alonso, che si è schierato contro lo scenario attuale e proposto quelle che, secondo lui, sarebbero delle modifiche giuste al programma dei test.

"Abbiamo un test molto limitato in Bahrain. Ho pensato tutto l'inverno a questo, a quanto sia ingiusto che abbiamo solo un giorno e mezzo per preparare un campionato. Non c'è nessun altro sport al mondo, con tutti i soldi coinvolti, il marketing e le cose buone che si dicono sulla F1 e sull'essere più vicina ai fan, dove questo accade".

Un dissenso che, come detto, è stato seguito da alcune proposte costruttive da parte dello spagnolo, come portare ad almeno quattro giorni i test invernali, o permettere ai team di far girare due monoposto.

"Non capisco perché non andare in Bahrain per quattro giorni, due per pilota. Con tre, non un numero pari, non si può dividere tra i piloti. E non so perché non andiamo con due macchine. Siamo già in Bahrain e corriamo la settimana successiva".

Parole di Alonso a cui, già in passato avevano trovato supporto, specie da George Russell, presidente della GPDA, l'associazione dei piloti.

"Non credo che tre giorni siano sufficienti. Per i piloti, si tratta di un giorno e mezzo ognuno. Riuscireste a immaginare Nadal che passa 12 settimane senza colpire una palla e poi va agli Open di Francia con un giorno e mezzo di allenamento? Capisco il motivo per cui lo facciamo. Penso che tre giorni con due macchine sarebbero un buon compromesso".

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Foto copertina twitter.com


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