Il Gran Premio del Canada del 2019 non finirà facilmente nel dimenticatoio, in particolar modo per i tifosi di Sebastian Vettel e della Ferrari.
Oggi facciamo un viaggio nel passato, tornando a quel 9 giugno in cui la Rossa venne derubata di un successo dalla Federazione Internazionale.
In quella stagione, così come nelle precedenti, la superiorità tecnica della Mercedes è tanto innegabile quanto evidente.
Arrivati a Montréal per il settimo appuntamento dell'anno, però, la SF-90 della squadra di Maranello si adatta perfettamente al circuito dedicato a Gilles Villeneuve.
Sebastian Vettel conquista la pole position al sabato e controlla la gara della domenica, o almeno fino al giro 48: in quella tornata, il tedesco commette un errore e taglia la chicane di curva 3 e 4, rientrando in pista appena davanti a Hamilton.
L'inglese si lamenta dell'azione del rivale, così la FIA avvia un'investigazione nei confronti del pilota Ferrari. Risultato? 5 secondi di penalità.
Seb non ci sta, è convinto di aver fatto il massimo per evitare tale decisione: "Non è corretto", ripeterà più volte in degli accesi team radio con il muretto box.
Vincerà la corsa in pista, per poi perderla a causa della penalizzazione. Per tutti nel paddock, il vincitore è lui. Già, proprio per tutti; tranne che per gli atti ufficiali.
Vettel lo sa, si sente meritevole di quel successo tanto quanto gli viene riconosciuto dagli altri e si spinge a un gesto eloquente, mettendo il numero 1 davanti alla sua vettura nel post gara.
Quella domenica era davvero stato il numero 1, ma la Federazione Internazionale aveva altri piani.
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