Lo aveva promesso a Austin e ha mantenuto la parola data. Carlos Sainz aveva espresso il desiderio, la volontà di vincere un'ultima gara in Ferrari prima di lasciare il team: un modo per gioire e ringraziare la squadra per il lavoro svolto in quattro anni. Detto, fatto, perché Carlos a Città del Messico è arrivato con l'obiettivo di centrare il successo di tappa e dal venerdì ha lavorato in modo maniacale per raggiungere il risultato, partendo con delle FP lineari, una qualifica conclusa con una pole straordinaria, da campione che ha demolito i rivali e da una gara perfetta, gestita al meglio, sia al via dove ha schivato gli attacchi di Verstappen, fino all'attacco sulla Red Bull del l'olandese con cui si è ripreso la testa del GP. Da allora il madrileno ha tenuto tuttl sotto controllo e ha sbagliato fino alla fine, involandosi versi il secondo successo 2024..
Il tutto grazie q una Ferrari che due mesi è diventata la rivelazione del finale di stagione, veloce sul giro e fantastica in gara, specie nella gestione gomma. Una vettura capace inoltre, con il doppio podio messicano, di superare la Red Bull tra i costruttori e ridurre a 29 punti il gap dalla McLaren: un quadro che permette di sognare, di pensare davvero a scenari inimmaginabili fino a pochi giorni fa e che, con quattro gare alla fine del mondiale e una SF-24 in netta crescita (con ancora due piste favorevoli su quattro), potrebbe avvicinare il Cavallino alla storica e inattesa impresa di riportare a casa il titolo costruttori.
Eppure, nella cavalcata messicana non sono mancati i problemi per il Cavallino, specie sulla vettura di Charles Leclerc, terzo al traguardo dopo un brivido per una uscita di pista sventata nelle concitate fasi di difesa sulla McLaren di Lando Norris. A ben guardare infatti, sulla vettura numero 16, sin dal primo giro, diverI sono stati i problemi e gli inconvenienti registrati, a partire da alcuni allarmi legati alle temperature di gomme e freni che, dati alla mano, sono costati diversi decimi di secondo al giro al pilota monegasco che, dopo aver spinto al via, ha dovuto rallentare per far rientrare tutti i parametri nei normali range e scongiurare problemi di affidabilità.
Campanelli di allarme di cui, oltre alle comunicazioni in radio, ha parlato anche il team principal della Ferrari, Frédéric Vasseur, ha parlato nell'immediato dopo gara: "Il Messico è una pista davvero atipica, serve porre tanta attenzione alla gestione delle temperature a causa dell'abitudine con cui cui si fatica a raffreddare la macchina. Con Leclerc abbiamo cercato di tenere tutte le temperature sotto controllo nei primi giri di gara".
Ma oltre ai problemi strettamente tecnici e legati alla vettura, per il monegasco ci sono stati anche inconvenienti di altro tipo che, nelle concitate fasi di gara, non hanno senz'altro aiutato a concentrarsi sulla guida, legate nel dettaglio al drink system (non certo il primo per la Rossa da inizio anno) della sua vettura che, come da lui stesso dichiarato via radio al suo ingegnere di pista Bryan Bozzi, lo hanno costretto a bere tutto il drink (acqua e sali minerali) ad inizio gara a causa del sistema che, nelle curve veloci, spruzzava tale bevande sua sua faccia causando non poco disagio. Pertanto ili monegasco è stato costretto, per non bagnarsi il volto e, ancor peggio, la visiera, ha dovuto bere circa un litro di bevanda nei primi giri di gara.
"Quando faccio zig zag (nella zona mista del tracciato, ndr), il drink si rovescia sulla mia faccia. Devo bere anche quando non ne ho
bisogno."
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