Ecco perché il regolamento sportivo FIA non ha senso
Sono passate ormai due settimane dal Gran Premio del Brasile. Due settimane in cui abbiamo riflettuto a lungo sul regolamento sportivo della FIA in F1, giungendo infine alla conclusione che esso non abbia alcun senso: discutiamone insieme.

18/11/2024 20:00:00 Tempo di lettura: 3 minuti

A distanza di due settimane dal Gran Premio del Brasile, dopo aver riguardato lo sviluppo della gara ed aver riflettuto a lungo sulla stessa, risulta comunque estremamente difficile comprendere il regolamento sportivo FIA.

Un cambiamento necessario...

Nel corso della gara di San Paolo, le condizioni meteo sono diventate particolarmente avverse, costringendo i piloti ad essere perfetti in ogni minimo dettaglio pur di non terminare la loro domenica anticipatamente con un incidente.

Eppure, la Federazione Internazionale ha cercato di supportarli a metà GP, quando ha esposto una Safety Car per ripristinare un tracciato sicuro con il passare del tempo (dato che le previsioni portavano un miglioramento dopo qualche minuto).

In quel periodo di neutralizzazione della corsa, però, Franco Colapinto ha impattato violentemente contro le barriere, causando così una doverosa bandiera rossa. Il motivo dell'incidente? Aveva montato gomme intermedie, piuttosto che quelle da bagnato estremo.

Ecco perché il regolamento sportivo FIA non ha senso

"L'errore è stato dell'argentino e della Williams", si potrebbe pensare. Ma c'è anche da interrogare la FIA: perché, ad esempio, si può obbligare da regolamento una partenza dietro Safety Car con gomme da bagnato estremo, ma non si può fare lo stesso a metà gara?

...Per evitare un controsenso

Insomma, se le condizioni sono particolarmente complicate ed espongono i piloti a rischiare la propria sicurezza, perché non si può intervenire?

La risposta è semplice: perché il regolamento non lo prevede. Il problema è che quest'ultima si trasforma immediatamente in una domanda espressa con la stessa frase, ovvero "perché il regolamento non lo prevede?".

Purtroppo a questo interrogativo non c'è risposta, ma una cosa è sicura: se magari ci si concentrasse maggiormente sulla pista, piuttosto che su fatti futili come le parolacce, le cose potrebbero migliorare.

La priorità della Federazione dev'essere quella di salvaguardare i piloti, in tutto e per tutto. Invece sta succedendo tutt'altro: basti pensare anche alla richiesta di chiarezza da parte della GPDA.

Si è sempre in tempo per ammettere i propri errori, facendo così un passo indietro pur di farne - ci auguriamo - tanti in avanti nel futuro prossimo. Perché tutti gli addetti ai lavori meritano un'operazione amministrativa decisamente diversa...

 

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