Il venerdì del GP del Bahrain è ormai andato in archivio chiudendo, in qualche modo, un cerchio per il mondo della F1 che, dopo sei settimane, è tornata a correre sul tracciato dove erano andati in scena i test invernali ed emersi i primi valori in campo. Da allora sono state disputate tre gare utile a fornire un quadro ben più chiaro dei valori in campo che, di fatto, verrà confrontato con quello del preseason. Un raffronto positivo per alcuni e negativo per altri, come la Ferrari che, finora, ha mostrato di essere tutt'altro che veloce rivelandosi, al contrario, quarta forza in campo a causa di una SF-25 che si è rivelata come la grande delusione dell'anno, essendo chiaramente tagliata fuori della partita di vertice, in affanno e alle prese con problemi di correlazione dati tra la pista e i dati.
A Suzuka, come a Melbourne e Shanghai, la Ferrari ha deluso, con Leclerc e Hamilton che hanno chiuso al quarto e settimo posto, alle prese con un'auto mutevole e lenta nei diversi scenari, difficile da capire e far funzionare. Un quadro inaccettabile, da cui la Rossa dovrà uscire, sia capendo quanto prima la vettura e sia lavorando sugli sviluppi. Un tormentone, sulle novità (probabilmente incapaci di eliminare i problemi della vettura, come la gestione delle altezze o di bilancio), che ha tenuto banco nell'attesa per il GP del Bahrain, dove sono arrivati e hanno avviato una sorta di "caccia alle risposte" nel venerdì di Sakhir. Un giorno in cui la SF-25 pare aver marciato su livelli accettabili, pur non mostrando un netto passo avanti rispetto a quanto visto sinora. E proprio di questi upgrade ha parlato il vice team principal della Scuderia, Jerome D’Ambrosio. “Vogliamo -ha ammesso l'ex Mercedes- aggiungere downforce tenendo la guidabilità. Non vogliamo rivoluzionare il quadro delle prestazioni ma migliorarci step by step. È estremamente importante perché ogni centesimo guadagnato è un passo avanti, ciò che stiamo perseguendo. Nessuna rivoluzione, solo aggiungere piccoli e costanti guadagni. Vogliamo aggiungere prestazioni senza rivoluzionare quel che abbiamo: la finestra in cui stiamo lavorando è buona. Non dobbiamo sistemare un’area in particolare ma solo massimizzare ciò che abbiamo per migliorare il bilancio aggiungendo carico”.
Delle parole oneste che, in qualche modo, possono apparire come un velato mea culpa da parte del Cavallino, una ammissione di quanto pur avendo una vettura in finestra, i progressi cercati con la SF-25 siano stati inferiori (al netto degli errori) a quelli utili ad alzare l'asticella delle prestazioni e mettere in pista una vettura potenzialmente iridata. Una velata ammissione a cui ha fatto seguito una riflessione sulle vetture 2026 e sul possibile abbandonare lo sviluppo della SF-25 con cui destinare tutte le energie ai nuovi regolamenti.
“Non abbiamo fissato un momento in cui lasceremo da parte la SF-25 per concentraci sul prossimo regolamento. È una decisione che prenderemo poi. Quando arriverà la chiamata vedremo. Per il momento non è ancora abbastanza”.
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