Terzo week-end consecutivo per la Formula 1, nonché 4° GP di fila nel continente asiatico. Quattro sono anche le edizioni del GP Arabia Saudita finora disputate.
Le prime trattative ebbero luogo nell’agosto del 2019 ma l’ufficializzazione dell’accordo con la SAMF fu data solo a novembre dell’anno dopo. Come teatro furono scelte le strade di Gedda, la seconda città del Paese dopo Riad, situata sulle sponde del Mar Rosso. Da record sono le sue 27 curve, così come le tre zone per l’utilizzo del DRS.
Secondo i tecnici del gruppo Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti di Formula 1, il Jeddah Corniche Circuit da 6,174 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché pur avendo appena 8 frenate ben 6 sono della categoria High, cioè altamente stressanti per l’impianto frenante. In un giro i piloti utilizzano i freni per oltre 11 secondi, esercitando un carico complessivo sul pedale del freno superiore ad una tonnellata.
La curva più dura del Jeddah Corniche Circuit per l’impianto frenante è la prima perché si perdono oltre 200 km/h: le monoposto scendono da 317 km/h a 110 km/h nello spazio di 122 metri, grazie ad una frenata di 2,47 secondi, con un carico sul pedale del freno di 159 kg. La potenza frenante è di 2.339 kW mentre la decelerazione a cui sono sottoposti i piloti tocca i 4,4 g.
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