Ferrari, in pista al Mugello per salvare la stagione: i dettagli del test privato
27/04/2025 08:00:00 Tempo di lettura: 3 minuti

Era chiaro sin dalla vigilia e così è stato: il GP dell'Arabia Saudita, a Jeddah, era un evento delicato per la Ferrari, quasi un crocevia per la stagione 2025. Dopo il pessimo avvio di campionato, che aveva smontato i proclami invernali e mostrato i limiti della monoposto, in Bahrain la Rossa aveva mostrato segnali di vita. C'erano stati fattori con cui sperare di poter archiviare il crollo delle prime uscite della nuova annata, visto che a Maranello avevano potuto constatare che, pur non essendo una vettura di vertice, la SF-25 non fosse del tutto "da buttare". Si erano visti alcuni lampi utili per fornire ai tecnici la chiave per capire l'auto, il suo funzionamento ed avviare una risalita. Il tutto, ovviamente, era da confermare nel GP saudito.

Luce in fondo al tunnel?

Da Sakhir erano emersi segnali incoraggianti per Maranello, a conferma del lavoro di comprensione dell'auto e affinamento del set-up da parte del team. Buone notizie anche sulla bontà degli sviluppi introdotti che, pur non avendo risolto i problemi, avevano garantito un passo avanti. Una luce in fondo al tunnel che, numeri alla mano, è giunta solo in parte a Jeddah, grazie a Charles Leclerc. Il monegasco è stato protagonista di un GP perfetto, con un ritmo infernale e una perfetta gestione gomme, esente da errori e in grado di portare la SF-25 al terzo posto, regalando alla Scuderia il primo podio stagionale. Un bottino che, dopo settimane dure, rappresenta una grossa boccata di ossigeno in attesa di periodi migliori che, auspicabilmente, arriveranno con l'introduzione del nuovo pacchetto di sviluppi a Imola con cui si spera che la Rossa torni a livello dei primi.

Si cerca correlazione...in pista

Motivo per cui non c’è tempo da perdere per la Scuderia, che si è immediatamente messa a lavoro dopo la Pasqua e, nella giornata di mercoledì 23 aprile, è scesa in pista sul circuito del Mugello per dei test privati, con una SF-23 (per una sessione TPC) affidata ad Antonio Giovinazzi. Del lavoro utile in vista del GP di Miami ma, come detto, soprattutto per quello di Imola, con cui gli uomini della Rossa hanno avuto modo di completare diversi giri in varie configurazioni, provando più soluzioni al fine di raccogliere dati utili a controllare la bontà della correlazione tra i dati raccolti in pista e quelli ricavati dal simulatore. Il tutto, ovviamente, per evitare che la seconda parte di stagione (ma anche, se non soprattutto il 2026) si riveli fallimentare come quella appena disputata.

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Foto copertina www.ferrari.com


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