Dopo Oceania ed Asia, la Formula 1 approda in Nord America per il GP Miami, il primo dei tre stagionali negli Usa, anche se gli altri due (Austin e Las Vegas) andranno in scena in autunno.
Un’abbuffata che sazia il pubblico statunitense che invece dal 2008 al 2011 non si poté gustare nemmeno un GP in patria. Il circuito è realizzato nel complesso dell’Hard Rock Stadium, casa dei Miami Dolphins, franchigia di football americano ed è costituto da 19 curve con parecchie variazioni altimetriche.
Secondo i tecnici del gruppo Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti di Formula 1, il Miami International Autodrome da 5,412 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3 perché delle 8 frenate soltanto 3 sono della categoria High e sono peraltro lontane l’una dall’altra. In un giro i piloti di F1 usano i freni per meno di 14 secondi e mezzo e appena 4 frenate richiedono più di 65 metri.
La curva più dura del Miami International Autodrome per l’impianto frenante è la 17 complice un crollo delle velocità delle monoposto da 319 km/h a 76 km/h in 2,81 secondi durante i quali percorrono 121 metri. I piloti sono soggetti a 4,6 g di decelerazione massima ed esercitano 169 kg di carico sul pedale del freno. La potenza frenante è invece di 2.462 kW.
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