Formula 1, non ci siamo proprio: Briatore torna a capo di un team come se niente fosse
A seguito delle dimissioni di Oliver Oakes, Flavio Briatore è diventato ufficialmente il team principal dell'Alpine. Com'è possibile che la Formula 1 non si sia opposta al suo ritorno a capo di una squadra?

07/05/2025 12:00:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Nella serata di ieri, l'Alpine ha annunciato le dimissioni del proprio team principal, Oliver Oakes. A ricoprire questo ruolo sarà Flavio Briatore: un vero scandalo che la Formula 1 non può ignorare.

Oakes, cosa è successo?

A seguito del comunicato pubblicato dalla squadra francese, in tanti si sono chiesti il perché Oakes abbia deciso di rassegnare le dimissioni.

Alcune voci di mercato lo vedono un papabile candidato per sostituire Christian Horner alla Red Bull, ma questo non spiegherebbe il tempismo della scelta.

Secondo altre indiscrezioni, invece, l'inglese non sarebbe stato d'accordo con l'oramai ufficiale promozione di Franco Colapinto ai danni di Jack Doohan.

Promozione che, attenendosi alle stesse fonti, sarebbe stata fortemente voluta da Flavio Briatore in persona, dopo il weekend del Gran Premio di Miami.

Risulta dunque del tutto verosimile che l'Alpine abbia preferito l'indicazione del consigliere esecutivo italiano al parere del team principal Oakes, che sulla carta aveva più poteri in merito.

Formula 1, non ci siamo proprio: Briatore torna a capo di un team come se niente fosse

Briatore a capo di un team: il crashgate è già stato dimenticato

A prescindere dal motivo, è inaccettabile che Briatore si ritrovi nuovamente a capo di un'organizzazione in Formula 1.

Non si parla di meriti o capacità manageriali, chiaramente, ma di un episodio che è già passato inosservato diverso tempo fa, e che adesso sembra essere completamente sparito dalle menti del Circus: il crashgate.

Per chiunque non sia familiare con questo termine, ecco il riassunto dell'accaduto. Nel GP di Singapore del 2008, il pilota Renault Nelson Piquet Jr andò deliberatamente a schiantarsi contro le barriere per favorire la vittoria di Fernando Alonso, attraverso la Safety Car. Come conseguenza del grande scandalo, il team perse il suo principale sponsor (ING) e Briatore venne radiato dalla Formula 1.

Nel gennaio 2010, il Tribunale di Grande Istanza di Parigi annullò la squalifica, ritenendo la decisione della FIA irregolare. Venne raggiunto un accordo: l'italiano si impegnò a non assumere ruoli attivi in Formula 1 fino al 31 dicembre 2012, e la Federazione Internazionale rinunciò all'appello.

Nell'estate del 2024 gli è stato permesso di tornare all'Alpine, ma nelle vesti di consigliere esecutivo. Già questa notizia avrebbe dovuto far ribellare le masse, figuriamoci quella del ritorno al vertice della scuderia.

Insomma, l'ente della Formula 1 ha sbagliato mesi fa a chiudere due occhi sul passato. La speranza è che la volontà di ignorare i precedenti non porti ad altri episodi sgradevoli in futuro. Purtroppo, però, con Flavio Briatore non si può stare tranquilli. Ed è questo il grande problema.

 

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