Il debutto in Formula Uno di Max Verstappen ha rappresentato, senza dubbio, uno shock per l'intero paddock iridato. In primis a causa dell'età in cui Max ha disputato la prima gara in carriera, a soli 17 anni (ormai 10 anni fa, nel 2015), ma anche per come ha bruciato le tappe nelle prime fasi della sua avventura nella massima serie automobilistica. Dopo una sola annata in F1, infatti, l'olandese è stato promosso da quello che allora era il team Toro Rosso alla Red Bull, un vero e proprio top team, riuscendo persino a vincere al debutto e lasciando tutti a bocca aperta sia per il grande talento a disposizione che per la grande crescita intrapresa. E dalla prima gara col team di Milton Keynes, a partire dal GP di Spagna 2016, Verstappen ha sempre avuto al suo fianco Gianpiero Lambiase nel ruolo di ingegnere di pista: un rapporto che, oltre ad essere lavorativo, si è presto trasformato in qualcosa di più, diventando sempre più forte, superando anche qualche momento di tensione.
Probabilmente, quindi, il tecnico inglese di origini italiane è l'uomo che più di tutti conosce il quattro volte campione del mondo di Hasselt, tanto che questo argomento è stato al centro dell'intervista di Lambiase nel podcast della Red Bull “Behind the Charge". Il senior race engineer del pilota della Red Bull, di fatto, ha raccontato anche i lati più spigolosi di Verstappen, compresi i suoi limiti che, dato ciò di cui è capace in pista, risultano difficilmente visibili dall'esterno.
“Il limite di Max è la testardaggine. Lui sa tutto e dunque cercare di entrare nella sua testa e capirlo è una vera e propria sfida ingegneristica. Ho imparato ad accettare che, anche se sembra rifiutare i tuoi consigli, in realtà li assorbe come una spugna e – anche se non lo ammetterà mai – poi fa quello che gli hai chiesto”.
Lambiase, poi, ha anche speso delle parole di elogio verso il proprio campione, sia in modo generale, sia rivolgerndo lo sguardo già oltre al 2026, anno in cui la F1 vivrà probabilmente la più grande rivoluzione regolamentare degli ultimi 20 anni, attesa da tutti i team per poter sfruttare l'effetto "foglio bianco" per tornare al vertice.
“Il team capisce ciò di cui lui ha bisogno per tirare fuori il massimo dalla vettura. E lui capisce ciò di cui il team ha bisogno a livello di feedback per sviluppare la macchina. Non parlo solo di quella attuale, ma anche per gli anni futuri. Sarà qualcosa di fondamentale per il cambiamento regolamentare della prossima stagione”.
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