Il reset regolamentare del 2026 era veramente necessario? Risponde Dan Fallows
19/08/2025 08:15:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Il dibattito sul futuro della Formula 1 è più acceso che mai, ed alle porte della rivoluzione regolamentare del 2026 sono molti i nodi che ancora non sono stati sciolti. In un’analisi approfondita pubblicata da raceteq.com, Dan Fallows, già capo aerodinamico della Red Bull e oggi direttore tecnico Aston Martin, si interroga sulla reale necessità di un reset così radicale, in un momento in cui i margini tra le scuderie si sono ridotti moltissimo e, McLaren a parte, ogni GP mette in evidenza nuovi protagonisti.

Il dominio dei Papaya distrae da dati comunque interessanti: quattro piloti diversi hanno vinto gare con tre monoposto differenti, mentre persino squadre meno competitive hanno trovato weekend di gloria, come dimostra il podio di Nico Hulkenberg a Silverstone.

Secondo Fallows gli equilibri sono ancora fragili e basterebbe poco per vedere le gerarchie cambiare drasticamente. Come in fondo ha dimostrato proprio la McLaren migliorando tantissimo in soli due anni. Il punto centrale è legato alle gomme: le moderne Pirelli non consentono più giri veloci consecutivi in qualifica per via della rapida degradazione, con temperature di esercizio che oscillano in continuazione. Ciò crea un equilibrio delicatissimo tra carico aerodinamico e gestione termica, ed anche piccole modifiche potrebbero ribaltare la situazione. “Se continuassimo con queste regole e lo sviluppo McLaren rallentasse, a fine 2026 rischierebbe persino di non superare la Q1”, ha spiegato Fallows.

In qualche modo la voce di Fallows si erge fuori dal coro di chi vede l'attuale regolamento un totale fallimento e crede che la rivoluzione 2026 sia l'unico modo per rimescolare le carte.

 

Si rischia un nuovo 2014

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La nuova era, però, porta con sé luci e ombre. Da un lato le vetture attuali sono pesanti, ingombranti e ancora troppo dipendenti dal DRS per favorire i sorpassi; dall’altro, il cambio di regolamento potrebbe generare gap prestazionali enormi tra una scuderia e l'altra in modo simile a ciò che avvenne nel 2014. Le nuove power unit, prive di MGU-H e con sistemi energetici più complessi, potrebbero nuovamente accentuare le differenze tra i costruttori. L’aerodinamica tornerà a un concetto più vicino alle generazioni precedenti, spingendo sull’efficienza e sull’equilibrio tra carico e resistenza all’avanzamento.

Fallows non nasconde una nota critica sull'attuale generazione: “Le vetture si assomigliano troppo, un vero peccato considerando il talento ingegneristico presente in F1”. Ma allo stesso tempo ammette che il 2026 offrirà nuove opportunità e nuove sfide. Alcuni team “pescheranno l’asso”, altri saranno costretti a rincorrere. La speranza è che il regolamento si stabilizzi presto, lasciando la lotta ai piloti in pista ed ai progettisti in fabbrica più che ai "politici" dietro le quinte.

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