Nel corso della passata stagione, tutti i piloti hanno alzato la voce contro le decisioni della FIA, sottolineando l'incoerenza e la volubilità delle penalità, nonché la mancanza di trasparenza. Dopo settimane sono riusciti a trovare un accordo con i vertici dello sport e a firmare delle nuove linee guida, ovvero dei metodi di condotta che non fanno parte del vero regolamento, ma che aiutano i commissari ad essere più fedeli e costanti nelle diverse tappe del calendario.
Anche questa nuova situazione, però, non si è rivelata perfetta, in quanto gli stewards hanno attribuito penalità non del tutto legittime in alcune gare. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'incidente tra Oscar Piastri e Kimi Antonelli in Brasile: in quel frangente, i giudici hanno dato tutta la colpa all'australiano, che si trovava all'interno della curva, quando, in verità, anche l'italiano aveva chiuso un po' troppo la traiettoria, girando come se l'altro non ci fosse. Tuttavia, visto che la Mercedes era davanti all'apice della curva, secondo le nuove direttive aveva il diritto di passare.

La decisione ha fatto nascere di nuovo il malumore nel paddock, tanto che George Russell e Carlos Sainz, presidenti della GPDA, hanno chiesto alla FIA un incontro chiarificatore proprio in Qatar. In particolare, il primo presenterà nuovamente la sua campagna degli ultimi anni: "Se le linee guida non sono corrette, non lo sarà neanche la decisione finale, ma non puoi avere una descrizione pe ogni circostanza. Per questo credo che la scelta migliore sia avere un gruppo di stewards fisso, a tempo pieno, con un passato in questo settore, che possa giudicare ogni incidente con costanza. Non voglio parlare a nome di tutti, ma la maggioranza crede in questa idea. Nell'incidente in Brasile, Piastri non era fuori controllo per il bloccaggio. Lì la pista ha i dossi, e la rigidezza della macchina fa sì che non aderisca perfettamente. Questo è un dato che non è scritto da alcuna parte".
Una scelta sostenuta da molti, tranne che dalla FIA, in quanto ciò comporterebbe dover pagare delle persone che ora operano su base volontaria. "Qualcuno deve mettere mano al portafoglio. Per loro è lavoro, e questo è un mondo in cui girano i miliardi, perciò non è giusto che lo facciano gratis", ha detto ancora ai media, come riportato da GpBlog. "Speriamo di fare progressi, e di non trovarci in un altro scenario l'anno prossimo nel quale si giudicherà in base alle linee guida e non secondo il buon senso".
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