Le pagelle di F1WM - Melbourne
16/03/2015 19:40:32 Tempo di lettura: 8 minuti

Lewis Hamilton: 10 – Il campione del mondo 2014, nonostante la vittoria del secondo titolo, è ancora affamato e sa di avere tra le mani la monoposto inarrivabile che continua a essere la Mercedes… Nelle libere non ha bisogno di andare al massimo, cosa che poi fa nelle qualifiche e in gara, battendo nettamente Rosberg e iniziando alla grandissima un anno che potrebbe rivelarsi ancora più trionfale di quello precedente. Solo il suo compagno di squadra rappresenterà una reale minaccia, ma se Lewis correrà così anche i prossimi weekend di gara avrà messo una solidissima ipoteca sul suo terzo titolo, come il leggendario Senna. Perfetto ed esente da errori.

Ferrari: 9 – Lo scorso anno anche un semplice podio era cosa rara, con le Mercedes (e i team clienti) che le suonavano di santa ragione al Cavallino. Dopo la rivoluzione quasi totale ai vertici della Scuderia, inizia un nuovo corso che promette molto bene e stupisce per la rapidità con cui è stata ribaltata la situazione rispetto al disastroso 2014, vero anno nero per la Ferrari. Avanti così.

Sebastian Vettel: 10 – E’ il nuovo uomo squadra, fa già impazzire i tifosi e non solo per via del suo amore per il team italiano, da lui agognato sin da tempi lontani. Non vogliamo fare paragoni con Alonso in quanto ancora prematuri e forse politicamente scorretti, ma di sicuro Sebastian sta portando alla Ferrari quello che mancava dai tempi del leggendario Schumi: fiducia nella squadra e passione incontenibile verso questo marchio e tutto ciò che rappresenta. Senza dimenticare ciò che più conta: la prestazione vista in gara, con il conseguimento del terzo posto. Ad oggi il massimo risultato cui si può aspirare in presenza delle stellari Mercedes…

Felipe Nasr: 9 – Il giovane esordiente brasiliano stupisce e porta la Sauber in paradiso con un gran quinto posto! Merito di una vettura nata bene e della power unit Ferrari, che conferma la sua trasformazione rispetto a quella vista nella passata stagione. Chiudere la gara dietro le Mercedes, una Ferrari e una Williams è un risultato non da poco. I più maliziosi penseranno che con un parco vetture un po’ decimato come quello di ieri non è un’impresa dell’altro mondo, ma la prestazione di Nasr resta di assoluto rilievo e ci auguriamo che non si tratti di una meteora di inizio stagione…

Red Bull: 6 – Ok, non hanno più Sebastian Vettel; ok, Adrian Newey sembra (ripetiamo: sembra) essere più defilato rispetto alle passate stagioni. La Red Bull, però, ha Daniel Ricciardo ed è il team che prima della Mercedes ha dominato per anni incontrastata (e l’unico a vincere oltre ai tedeschi l’anno scorso). Cosa succede allora? Il sesto posto dell’australiano non è una pessima prestazione, ma il forfait tecnico di Kvyat fa pensare e lo stesso giovanissimo pilota russo forse è ancora un po’ acerbo per trovarsi sul suo sedile. Una fetta non indifferente di responsabilità ce l’hanno le power unit Renault… Urge un recupero.

Marcus Ericsson: 7 – Lo scorso anno, con la Caterham, non brillava di certo neanche nelle retrovie. Quest’anno, dopo un’assunzione un po’ a sorpresa da parte della Sauber, riesce a far fruttare sin dalla prima gara le buone doti della sua nuova vettura, andando a prendere un ottavo posto che completa alla grande l’ottima performance del suo compagno Nasr. Speriamo che lo svedese sia costante…

Kimi Raikkonen: 8 – La sua è, incredibilmente, una gara abbastanza sfortunata. Il finlandese, ultimo pilota ad essere stato campione iridato con la Ferrari, ha ritrovato serenità e fiducia dopo la partenza di Alonso e l’arrivo di Vettel, nonché dopo aver guidato questa nuova macchina che va così forte. Non fosse stato per i contatti al via e per i problemi legati all’avvitamento della ruota posteriore sinistra, Kimi avrebbe potuto giocarsi la posizione con il suo compagno di squadra (o se non altro con Massa, giunto quarto). Di sicuro ha ritrovato anche la velocità: interessante la sua sequenza di giri veloci nella prima metà di gara. Bravo.

Carlos Sainz: 7 – L’esordiente della Toro Rosso ha mostrato solidità e velocità, nonostante qualche perdonabile errore nelle prove. Chiude in nona posizione dopo aver perso un’eternità ai box per colpa di una sosta sfortunata…

Max Verstappen: 6 – Un incoraggiamento per quello che resterà il più giovane esordiente di sempre, visti i suoi diciassette anni e le nuove regole Fia sulla superlicenza, che non consentiranno più età così acerbe. Nonostante tutto, mostra a sua volta una certa maturità ma viene fermato in gara da problemi alla vettura. Nei test invernali sembrava essere più rapido del compagno Sainz, che invece si è rivelato un brutto cliente per lui. Comunque commette pochi errori e siamo certi che, stimolato dal confronto in casa, farà bene nel prosieguo della stagione.

McLaren Honda: 2 – Non ci piace infierire, ma la situazione in McLaren è paradossale e preoccupante: prende il via solo Jenson Button e chiude a due giri dalla testa (doppiato già a metà gara e con tempi quattro, cinque secondi più alti rispetto alle Mercedes). Il pilota inglese, naturalmente, è incolpevole: è la power unit Honda a doversi prendere la maggior parte della responsabilità. Se la si vuole vedere in un certo modo, hanno approfittato di Melbourne per fare i chilometri che non sono riusciti a coprire nel corso dei test. Di sicuro c’è moltissimo da lavorare: due nomi come McLaren e Honda, ricorsi storici a parte, hanno un’altissima reputazione da difendere. Non osiamo immaginare lo stato d’animo di Fernando Alonso

Manor (ex Marussia): 1 – Non è granché accettabile che una squadra si presenti praticamente al via (simbolico e non letterale) di un mondiale di F.1 per poi non correre e restare ai box a guardare… Senza considerare che questa paradossale situazione potrebbe ripetersi anche a Sepang! Fanno sempre simpatia i piccoli team, ma siamo lontani dallo stile e dalla dignità che tante squadre minori (per citarne una: la Minardi) mostravano nel passato in F.1. Acquisire un team in amministrazione controllata e iscriverlo al mondiale, magari per godere dei bonus maturati l’anno precedente, non basta: bisogna avere i mezzi per mettere due monoposto dignitose in pista e correre con lo stesso impegno e la stessa serietà di tutti i team presenti.

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