Nonostante piloti e team principal, abbiano sollevato spesso la problematica di dover fare i conti con un calendario non bene organizzato dal punto di vista geografico (tema che sta ad esempio particolarmente a cuore a Sebastian Vettel), i vertici della Formula1 continuano a costringere le squadre a dei lunghi spostamenti apparentemente ingiustificati (si spera che una spiegazione ci sia) da una parte all’altra del globo.
Esaminando il programma 2022, non possiamo fare a meno di notare che dopo aver fatto tappa in Bahrain, Arabia Saudita e in Australia, si sia deciso di tornare in Europa con il GP del Made in Italy, a Imola, per poi far rotta verso Miami e poi di nuovo verso la Spagna. Un andirivieni evitabile a cui farà seguito quello che avverrà nelle prossime settimane quando dopo aver sostenuto il GP di Azerbaijan i team saranno chiamati a dirigersi in Canada per poi andare nel Regno Unito.
I membri delle squadre, in queste circostanze sono sempre chiamati ad un lavoro extra, in più se come in Haas, si deve anche provvedere a riparare l’auto dopo un brutto incidente come quello occorso a Schumacher a Monte Carlo, diventa tutto più complicato. “Spostarsi da un continente all’altro non è mai facile. Il viaggio è lungo e il team sta lavorando duramente per far sì che sia tutto in ordine per Baku”, ha affermato Gunther Steiner.
“Possiamo contare su una buona equipe, ma con pochissimi giorni a disposizione è sempre una sfida presentarsi al top per la prossima gara. Quando si riportano dei danni poi diventa tutto più complicato. Speriamo di non riportarne di ulteriori a Baku.”, ha proseguito il team principal della casa americana secondo quanto riportato da ‘GpFans.com’. “Guardando alla prossima stagione, sarebbe fantastico riuscire ad organizzare le gare su piano territoriale. So quanto Stefano (Domenicali, CEO F1, ndr) si stia prodigando in merito. Confido possa prendere la giusta direzione per il 2023”.