Contrariamente a quanto si credeva nella giornata di ieri, la FIA, al termine della seconda sessione di prove libere ha affermato che non avrebbe effettuato più alcun controllo sulle vetture nel corso del GP del Canada, limitandosi ad osservare il comportamento delle stesse in attesa di avere delle strumentazioni più adatte a soddisfare l’ingrato compito.
Quindi, nonostante fosse stata già emanata una durissima normativa tecnica (leggi qui) alla quale le squadre erano obbligate sin da subito a sottostare per non incappare in una squalifica per aver consegnato al pilota una vettura non sicura, adesso è certo che nessun’auto verrà penalizzata a Montréal a causa dell'eccessivo porpoising.
Sono bastate le lamentele dei team a far fare un passo indietro alla Federazione? Oppure c’è un reale motivo dietro a questa inaspettata decisione?
Effettivamente un motivo c’è e lo ha esposto un portavoce della FIA in un’intervista raccolta da ‘RacingNews.com’: “La Direttiva tecnica è divisa in due parti e la prima riguarda il processo di acquisizione dei dati”. Per questa gara, in attesa di metodologie più adatte, la Federazione aveva deciso di ricorrere all’utilizzo degli accelerometri montati sulle vetture (leggi qui per approfondire l’idea iniziale).
Purtroppo però, “Era piuttosto improbabile che si riuscisse ad avere entro le FP3 i dati rappresentativi della situazione presente su ogni vettura. Quindi si è deciso di procedere, almeno per il momento, nella sola raccolta e analisi dei dati”.
"Pertanto, la seconda parte del TD, ovvero la potenziale azione contro la non conformità, non sarà intrapresa fino a quando non sarà stata raccolta una quantità di dati sufficientemente rappresentativa", ha concluso.
Foto: Twitter, Petronas