C’era molta attesa al termine del GP di Singapore di sapere se Sergio Perez sarebbe stato penalizzato per non esser riuscito a mantenere la corretta distanza tra lui e la Safety Car (non dovrebbe mai superare le 10 vetture) in occasione del 10° e del 36° giro della gara. Abbiamo dovuto attendere la tarda serata per sapere che la FIA aveva deciso di punire il pilota con un rimprovero nella prima circostanza e con una sanzione di 5’’ nella seconda. Penalità arrivata sostanzialmente per essere stato recidivo.
La posizione di Checo è stata chiara: con mescole e freni fuori dal range di temperatura ottimale era difficile mantenere le corrette distanze. Non tutti però hanno apprezzato la sua spiegazione (chi scrive è tra questi), così invitato a tornare sull’argomento il messicano ha aggiunto: “La gente non capisce quanto sia stato difficile per noi guidare in quelle condizioni. Stando dietro alla Safety Car perdi tutta la temperatura nelle gomme e quando attraversi una zona bagnata con una gomma slick diventa tutto molto complicato, ti ritrovi ad essere soltanto un passeggero”, riporta ‘RacingNews365.com’.
Ricorderete tutti la differenza di atteggiamento che Perez ha avuto nel corso di quell'ultima Safety Car (36° giro). È passato dall’esserle vicinissimo per chiedere a Bernd Mayländer di andare più veloce ad allontanarsi così tanto dall’essere poi sanzionato (l’ha potuto fare in due occasioni prima di essere punito) una volta compreso che la vettura di sicurezza non avrebbe potuto girare più veloce di quanto stesse già facendo.
Ovviamente Perez voleva mantenere alta la temperatura delle gomme... Furbo lui e 'fessi' gli altri che invece hanno mantenuto le distanze seguendo il leader della gara sempre restando nei margini del regolamento consentiti. Le condizioni erano le stesse per tutti. Ma va bene così, si starà dalla parte della gente che non capisce (cosa che varrà almeno per chi scrive).
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Foto: Red Bull Racing