Il retroscena: ecco perché la Red Bull non sarà motorista. C'entra la «coalizione Ferrari»
09/02/2023 12:35:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Come sappiamo, alla fine la Red Bull ha dovuto rinunciare al "sogno" di diventare costruttore di motori di Formula 1 ed è stato costretto a legarsi a Ford. Dal 2026, lo storico marchio americano e la Red Bull Powertrains lavoreranno insieme allo sviluppo del propulsore ibrido di nuova generazione che fornirà motori sia all'Oracle Red Bull Racing che alla Scuderia AlphaTauri. Ma come si è giunti a ciò? Ne parla l'edizione online de La Gazzetta dello Sport.

Il retroscena

Il retroscena: ecco perché la Red Bull non sarà motorista. C'entra la «coalizione Ferrari»

"Era una partita strategica delicatissima. E contro la Red Bull si sono schierate le altre grandi rivali", afferma Gazzetta. Andando avanti si legge: "La Ferrari ha puntato i piedi, con il presidente John Elkann che si è interessato personalmente della questione, assieme all’a.d. Benedetto Vigna, anche per far valere il peso politico del Cavallino". Il fronte "compatto" di oppositori, sempre secondo la Rosea, comprendeva anche Mercedes, Renault e Audi (unico vero nuovo costruttore che debutterà con una power unit costruita da zero).

Ma perché Red Bull, che sarà affiancata da Ford, non può essere considerata alla stessa stregua dell’Audi? La Rosea prosegue la propria analisi spiegando: "Per molte ragioni. La divisione Powertrain della squadra di Milton Keynes, pur essendo una struttura nata da poco, può già contare su una pattuglia di ingegneri strappati ad altri team, in particolare alla Mercedes. [...] Inoltre la Red Bull ha acquisito i diritti di proprietà intellettuale della power unit Honda con cui corre attualmente e che manterrà fino al 2025. [...] Il bagaglio di conoscenze della Red Bull su ibrido ed elettrificazione in F1 è quindi così ampio da potere essere considerato alla pari con la concorrenza".

Inoltre - e qui veniamo al punto cruciale - lo status di «newcomer» "avrebbe creato troppo squilibrio, consentendo alla divisione Powertrain di effettuare più ore di prove ai banchi e investire più risorse rispetto agli altri". A tal riguardo Gazzetta sottolinea che "questo privilegio sarebbe stato giustamente riservato alla Ford se avesse messo in piedi un progetto da zero come sta facendo Audi. Ma il marchio americano, che torna nei GP dopo decenni, sarà “solo” un partner commerciale per Red Bull collaborando per lo sviluppo dell’ibrido, posizione differente".

Il tutto ha portato la FIA ad accogliere le "obiezioni di Ferrari & co." ed ha contribuito a "sbloccare una situazione che aveva visto l’azienda di Maranello rifiutarsi di firmare l’accordo fino a dicembre". Aggiungiamo noi: col senno di poi, quella che a tutti era sembrata una sconfitta per la Ferrari si è rivelata tutt'altro...

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