Vasseur, un parac**o atteso al varco
Un paraculo serve sempre, in un mare di criticità. E scusate il termine criticità, che è ovviamente un eufemismo se rapportato alle ultime due settimane trascorse in e attorno alla Ferrari. Frédéric Vasseur lo avevamo già promosso per quanto riguarda...

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Un paraculo serve sempre, in un mare di criticità. E scusate il termine criticità, che è ovviamente un eufemismo se rapportato alle ultime due settimane trascorse in e attorno alla Ferrari. Frédéric Vasseur lo avevamo già promosso per quanto riguarda la sfera comunicativa, prima del Gran Premio del Bahrain e il giudizio resta, perché questo aspetto non ha a che fare, non strettamente perlomeno, con gli pneumatici che patiscono ancora usura eccessiva o con la mancanza di deportanza. È chiaro, poi, che tocca a lui spiegare e motivare tutto ciò che di problematico accade alla monoposto e che genera malumore nei piloti. “Nel” pilota, per essere precisi, perché fino a oggi i mal di pancia citati a mezzo stampa sono stati solamente quelli di Leclerc, in quanto Sainz continua a navigare a vista tra diplomazia e un commovente aziendalismo. 

Perché, dunque, Vasseur sarebbe un paraculo? Innanzitutto perché non ha fatto una piega nel recitare la parte del “marziano” fingendo di cadere dal pero quando ha detto che non capisce tutto il battage polemico dopo una sola gara. Come se non sapesse che lavorare alla Ferrari comporta la specificità di avere sempre a che fare con una grancassa del genere, amplificata a livello esponenziale dal dibattito social. 

Prende tempo ad arte, senza però dire che “deve capire”, che fino all’anno scorso equivaleva a dire che in troppi non ci stavano capendo nulla. Forse non aveva messo in conto di continuare a perdere pezzi a Mondiale iniziato, a proposito di uomini e figure chiave, ma anche in quel caso si è mostrato algido e non ha fatto una piega nel dire che si tratta di uomini legati a Binotto. Che poi questa piccola diaspora iniziata quando già s’è insediato il nuovo Team Principal sia un sintomo di ulteriore fibrillazione noi lo avevamo in un certo senso previsto, quando qualche mese fa abbiamo scritto che la sostituzione di Binotto a metà sviluppo avrebbe reso più complessa la gestione della stagione 2023; ora però, a cose fatte, non ha senso complicare la vita a Vasseur anche dal punto di vista comunicativo, visto che anche le prime sessioni in Arabia Saudita, mentre scriviamo, stanno evidenziando un ritardo ferrarista.

Vedremo domani, in ogni caso, perché dal circuito di Jeddah e dalle variazioni sulla monoposto, a cominciare dal monopilone posteriore e dalla nuova ala anteriore, ci aspettiamo di cominciare a vedere anche le doti della macchina, visto che i difetti li abbiamo visti fin troppo bene. 

In ogni caso, siamo certi che Vasseur non si nasconderà dietro fumisterie dialettiche utili solo a esacerbare ulteriormente gli animi della tifoseria del Cavallino: per ora fa bene a temporeggiare, anche se in Formula Uno il verbo non dovrebbe esistere, tra due o tre gran premi lui per primo sa che se i risultati non dovessero migliorare sarà il principale indiziato. Non è giusto ma è così che funziona

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